Voce di Napoli | Navigazione

Il delitto di Roberta, Pietro l’aveva già picchiata: “Aveva un occhio nero, era geloso”

E’ avvolto nel mistero il sabato sera di Roberta Siragusa e Pietro Morreale. I due sono stati in una villetta con degli amici, poi non si sa più nulla di cosa sia accaduto quella notte. L’unica certezza è che il ragazzo è ricomparso alle 9,30 del mattino, alla stazione dei carabinieri di Caccamo: “Roberta è morta, vi porto dove si trova il suo cadavere”. E’ da ieri mattina sotto torchio nella caserma dei carabinieri di Termini Imerese. Per la procura diretta da Ambrogio Cartosio, resta lui il principale indiziato dell’omicidio di Roberta Siragusa. Ma lui è rimasto in silenzio. “Si è avvalso della facoltà di non rispondere”, dice il suo legale, l’avvocato Giuseppe Di Cesare.

“La scorsa estate era arrivato anche alle mani – sussurra un’amica della vittima – avevo visto Roberta con un occhio nero. I litigi erano proseguiti, poi di recente sembrava essere tornato il sereno”. Fino a sabato sera, quando sarebbe avvenuta un’altra scenata nel corso della festa a casa di amici. “La ragazza sarebbe dovuta ritornare entro l’una, così aveva detto ai genitori – racconta l’avvocato Giuseppe Canzone, che assiste la famiglia Siragusa – ma non è mai rincasata. All’alba, i genitori hanno iniziato a preoccuparsi, sono andati a casa dei ragazzi dove i due fidanzati avevano trascorso la serata. Hanno poi iniziato a telefonare alla figlia e anche al fidanzato, senza ricevere risposte. Quindi sono andati dai carabinieri a presentare denuncia”.

“I genitori ed il fratello sono scioccati e increduli – dice ancora l’avvocato Canzone – chiedono giustizia e si affidano agli inquirenti, perché sia fatta giustizia, per un gesto così crudele e atroce. Ora è tanta la disperazione, ringraziamo i carabinieri di Palermo, che hanno messo a disposizione dei familiari uno psicologo”.