Se la gente non va al museo le statue vanno in mezzo alla gente. E così un’originale installazione fotografica “Fuga dal museo” di Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla offre suggestive scenografie in un percorso d’arte alternativo. Le antiche statue “scappano” dalle sale del Museo Archeologico Nazionale, chiuso al pubblico per il Covid, e fanno altro. Si mettono in posa, per esempio, nei vicoli del centro storico che diventa virtualmente un museo a cielo aperto.
E così troviamo l’Afrodite accovacciata in vico Lungo Gelso, Amore e Psiche del Canova che si abbracciano teneramente davanti agli alberi secolari del Real Orto Botanico, mentre la Danzatrice, mani sui fianchi e peplo drappeggiante trova una sua collocazione in Vico San Domenico Maggiore. Il candore dei marmi, la lucentezza dei bronzi dialogano con il panorama metropolitano. Sono in attesa alla fermata dell’autobus sul lungomare e salgono le scale mobili della metropolitana.
Una statua si fa un selfie a Castel dell’Ovo, un ‘altra va al mercato, un’altra si affaccia dal balcone in mezzo a una sbandierata di panni appesi, il guerriero passeggia tra i teschi del cimitero delle Fontanelle. Afrodite affiora dalle acque del porticciolo mentre Oceano è adagiato su una barchetta a remi di pescatori, all’ombra di un imponente Vesuvio. Non poteva mancare l’omaggio a Maradona e sullo sfondo della maglia numero 10 la figura mitologica di Atlante, schiacciata dal peso del mondo, se ne va in scooter. L’iconografico Ercole osserva se stesso su un podio immaginario all’ingresso del metrò.
“Il nostro progetto nasce dalla volontà di dare vita alle statue del MANN, rendendole vere creature che interagiscono con la realtà. Le sculture diventano persone, che girano per le città, desiderose di scoprirne misteri e bellezze” commenta Dario Assisi. La fisicità delle statue sposa la fisicità dei luoghi, reperti archeologici vanno in pizzeria, al bar e in metropolitana conservando tutta l’energia e la bellezza dei loro 2000 anni di storia.
Tra ieri e oggi. E la potenza del Toro Farnese si stempera sotto un cielo burrascoso. Le fotografie sono esposte nell’antica Galleria Principe di Napoli, costruita sopra le “fosse del grano”. Sotto le squisite volte liberty, in vetro e ferro, per anni terra di nessuno e dormitorio di clochard, diffondono il messaggio della rassegna “Il quartiere si mette in mostra”, in un divertente corto circuito visivo e temporale.
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