Dolcetti e leccornie per ragazzi dei quartieri disagiati
Il 6 gennaio, nonostante l’impossibilità di organizzare eventi dal vivo per evitare assembramenti, arriva la “calza sospesa” di Coldiretti. L’iniziativa si tiene presso il mercato Campagna Amica di Fuorigrotta, via Guidetti 72 al parco San Paolo.
Epifania a Napoli: Coldiretti promuove l’iniziativa de “La calza sospesa”
Una Befana speciale, dove dolcetti, agrumi, marmellate e ogni altra leccornia, rigorosamente a km zero, possono essere lasciati dai cittadini nelle apposite calze predisposte all’ingresso del mercato. L’Epifania è da sempre il momento adatto per donare. Il significato più grande del dono è far sentire affetto e vicinanza alle persone care ed esaudire dei loro desideri.
I dettagli
I prodotti raccolti – fa sapere Coldiretti Napoli – saranno donati ad un’associazione benefica che si occupa dei ragazzi dei quartieri disagiati della metropoli. Un’iniziativa “che rientra nell’impegno che gli agricoltori di Coldiretti stanno portando avanti da dicembre a favore delle fasce sociali colpite duramente dalla crisi generata dal covid-19, che ha già visto la distribuzione di oltre 30 tonnellate di pasta da grano italiano e 8.000 kg di derrate alimentari”.
Secondo Eurostat in Campania il 41,4% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale. Tra le categorie più deboli degli indigenti – stima la Coldiretti – il 21% è rappresentato da bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi il 9% da anziani sopra i 65 anni e il 3% sono i senza fissa dimora secondo gli ultimi dati Fead.
Fra i nuovi poveri– sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.