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Aggressione raider, i parenti dei giovani rapinatori: “Ragazzini che hanno commesso una leggerezza”

Si sarebbe trattato di una bravata dettata dall’alcol secondo i molti parenti radunatisi davanti alla Questura di Napoli nella giornata di lunedì, in attesa che arrivassero le auto con i giovani identificati come responsabili dell’aggressione e dalla rapina nei confronti del rider, Gianni Lanciano. E’ questo il racconto riportato dal collega Ciro Cuozzo su Il Riformista.

Parlano i parenti dei rapinatori

All’incirca una trentina di persone hanno affollato l’ingresso della Questura in via Medina, dove sono stati portati i sei ragazzi – 4 minorenni e 2 maggiorenni per i quali è stato convalidato il fermo – che sabato sera avrebbero aggredito e rapinato Gianni Lanciano in calata Capodichino. Secondo i tanti parenti, i giovani avrebbero commesso solo una ragazzata a causa dell’alcol: Erano ubriachi, è stata una bravata, non roviniamogli la vita, sono tutti ragazzi che lavorano”.

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Stando alle testimonianze raccolte dal sopracitato giornale, i parenti descrivono i sei giovani come bravi ragazzi che lavorano. Il gruppo, prima di commettere la rapina, sarebbe e andato a mangiare un panino e avrebbe poi bevuto. Spinti dai fiumi dell’alcol, avrebbero deciso di aggredire il malcapitato rider. Tra di loro ci sarebbero un falegname, il garzone di un salumiere e un muratore.

Nessuna logica criminale, ma soltanto una bravata, come ha raccontato uno dei parenti: “Credetemi anche io vengo da un passato difficile, con diversi anni di carcere alle spalle, ma questi sono ragazzini che hanno commesso una leggerezza. Basta vedere le immagini della rapina: erano impacciati, disorientanti. Una bravata dettata dall’alcol che avevano bevuto poco prima”. 

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