Il bimbo salvato dalla partita ad Acerra di Maradona. L'iniziativa benefica contro il volere del club per raccogliere i fondi per l'operazione di Luca
Il 18 marzo del 1985 era solo un bambino di neanche un anno, per lui fu disputata una partita di beneficenza organizzata dal suo mito, Diego Armando Maradona, che scese in un malconcio campo di Acerra (in provincia di Napoli) per consentirgli di avere una vita ‘normale’. Luca Quarto, oggi 36enne, incontro’ Diego che aveva solo pochi mesi, per poi rivederlo 18 anni dopo, alla trasmissione televisiva ‘C’e’ posta per te‘, dove abbraccio’ il suo idolo e lo ha ringrazio’ personalmente per quello che aveva fatto per lui. Il papa’ Gennaro, operaio, lo aveva portato dal campione del Napoli quando era ancora in fasce, e Diego era rimasto colpito dalla storia.
Luca era nato con una malformazione al palato, la labioschisi, nota anche come ‘labbro leporino’, che non gli permetteva una vita normale. Il piccolo aveva il palato aperto, e la malformazione era allargata anche al naso ed al viso. Gennaro non poteva permettersi di portare il suo Luca in Svizzera per farlo sottoporre ad un intervento di ricostruzione. ”Papa’ – spiega Luca all’Ansa – mi racconto’ poi che Diego si mise all’opera per organizzare una partita di beneficenza insieme con Pietro Puzone, altro giocatore del Napoli, che era di Acerra. L’operazione costava 70 milioni delle vecchie lire, e lui non poteva permettersela. Sono stato sottoposto a diverse operazioni. Dapprima mi fu trapiantato un palato artificiale, e poi c’e’ stata la ricostruzione”.
Il bambino salvato dalla partita ad Acerra di Maradona
Per anni Luca ha sentito solo parlare dai suoi genitori della storia della bonta’ di Diego, che pago’ di tasca sua anche l’assicurazione di 12 milioni di lire per i calciatori del Napoli. Parte degli azzurri scese in campo contro l’Acerrana, nello stadio comunale divenuto un vero e proprio pantano a causa della pioggia. Ma quella partita per Maradona era troppo importante e si gioco’ nonostante le condizioni del terreno di gioco, e gli organizzatori riuscirono a raccogliere i fondi necessari per l’operazione.
”Ho ringraziato Diego 18 anni fa – aggiunge Luca – grazie a Maria De Filippi, a ‘C’e’ posta per te’. L’ho abbracciato, e questo me lo ricordo benissimo. Per me ormai era uno di famiglia, mio padre e’ stato diverse volte a casa sua per ringraziarlo per quello che aveva fatto per me”. Luca, che in estate gestisce un piccolo negozio di costumi a Rimini, si alterna tra Emilia Romagna, dove vive la madre, e Napoli. ”Ero qui a Rimini, dove sono alla ricerca di un lavoro stagionale, quando ho saputo della sua morte – conclude – mi ha avvertito una mia amica argentina. Non riuscivo a crederci. La notizia mi ha sconvolto, non riuscivo neanche a parlare. Lui era diventato come un secondo papa’. Gli saro’ grato per sempre”