I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, coordinati dalla procura della Repubblica di Nola, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore di San Giorgio a Cremano operante nel settore della commercializzazione di prodotti energetici, ritenuto responsabile di una maxi evasione dell’Iva.
Arrestato imprenditore San Giorgio a Cremano
Contestualmente, le fiamme gialle hanno effettuato un sequestro finalizzato alla confisca di beni, anche di lusso, del valore di circa 10 milioni di euro, tra i quali figura anche una collezione di auto di lusso.
Il nome della società di San Giorgio a Cremano
La società Pa.Gi. Carburanti srl, che commercia all’ingrosso prodotti petroliferi, è accusata di aver dichiarato costi fittizi per oltre 44 milioni di euro evadendo in tal modo l’Iva per circa 10 milioni di euro.
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Secondo la ricostruzione dei militari del gruppo tutela entrate del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, la societa’ si sarebbe collocata al centro di un numeroso gruppo di “imprese fantasma” dislocate sull’intero territorio nazionale che hanno consentito alla Pa.Gi. di evadere sistematicamente, e per diversi milioni di euro, le imposte derivanti dagli acquisti dei prodotti petroliferi. Il titolare della Pa.Gi., considerato il “dominus” della frode Iva, avrebbe impiegato sistematicamente societa’ diverse facenti capo a soggetti compiacenti per frodare il fisco. Dagli accertamenti e’ emerso un aumento delle vendite che ha consentito alla Pa.Gi. di accrescere il suo volume d’affari, diventando una fra le maggiori aziende che operano in Campania, sbaragliando la concorrenza ed alterando l’intero mercato regionale: nel 2019 sono stati oltre 230 i clienti della Pa.Gi, ovvero di societa’ appartenenti al medesimo gruppo familiare.
Il meccanismo fraudolento scoperto e’ quello tipico della “frode carosello”: tra il venditore all’ingrosso e l’acquirente o si interpongono societa’ cartiere (missing trader) create per consentire ad altri operatori economici di evadere le imposte. Durante le investigazioni e’ emerso che il costo di vendita del prodotto alla societa’ era nettamente inferiore rispetto a quello normalmente praticato. L’evasione dell’Iva “ha consentito alla societa’ di praticare dei prezzi di vendita del tutto al di fuori del mercato, accaparrandosi – si legge in una nota diffusa dalla guardia di finanza – una grande fetta di mercato, sia nazionale che regionale, con una vorticosa movimentazione di cifre per importi rilevantissimi, ponendo in essere una concorrenza sleale”.