Luigi come Ugo nella Napoli che uccide i suoi figli

Giovanissimi già con precedenti penali. Ragazzini che hanno già vissuto l’esperienza del carcere. Minorenni che già si sentono uomini e che vivono nella trappola sociale nella quale sono cresciuti. A Napoli sono tanti i Luigi e gli Ugo che non ce la fanno a prendere una strada diversa da quella che il destino ha segnato per loro. Sono in pochi coloro che ci riescono.

Quartieri abbandonati a sè stessi, privi di qualsiasi spazio aggregativo sano. Zone della città dove cultura e sport hanno da sempre lasciato spazio al degrado, alla povertà e al malaffare. Intere famiglie abituate a vivere ai margini della legalità. Eserciti di ragazzi che abbandonano troppo presto la scuola.

Nel 2020Napoli, come in tante altre città italiane, ci sono ancora questi tristi scenari. Focolai pronti ad esplodere, non in termini di epidemia sanitaria, ma di emergenza sociale. Luigi CaiafaUgo Russo. Due minorenni che hanno perso la vita mentre tentavano di mettere a segno una rapina.

Due minorenni scesi armati, anche se le loro erano pistole giocattolo. Due giovanissimi che per divertirsi hanno avuto il bisogno di delinquere, colpendo altre persone. Il primo si è trovato di fronte una ronda dei Falchi. Il secondo, un Carabiniere non in servizio.

Entrambi sono stati uccisi dai colpi d’arma da fuoco esplosi dalle pistole degli agenti e del militare. Due vicende sulle quali ci sono delle indagini in corso. Ma nessuna sentenza o inchiesta potrà cancellare la tragedia che ogni giorno c’è in alcuni quartieri e famiglie napoletane. E del Sud in generale.

Luigi Caiafa come Ugo Russo

Vivere in un contesto poco agiato non deve essere certo una scusa per delinquere. Sono tante le persone che a pari condizioni conducono una vita dignitosa e rispettosa delle regole. Ma in questa Napoli che uccide i suoi figli, lo Stato e le istituzioni sono assenti.

Pare che per tanti di questi ragazzi non ci sia altra scelta. Pare che per loro la vita sia già segnata, dall’inizio alla fine. Questo è ingiusto e dovrebbe far scattare una forte riflessione nelle teste di chi ci governa. Il tempo e la storia ci diranno che intere generazioni corrono il rischio di bruciarsi.

Il tutto accade e deve essere ottenuto in modo veloce. Il fascino dei soldi, della malavita, della sensazione di forza che si prova impugnando un’arma. L’idea di una vita breve ma intensa, perché il carcere o la morte sono scenari possibili se non addirittura normali.

Luigi Ugo, due ragazzi minorenni che avrebbero potuto condurre una vita normale. Andare a scuola, provare a realizzare i propri sogni. Uscire con gli amici, avere una fidanzata. Niente di tutto questo, la loro giovane vita si è conclusa con la morte, a suon di pallottole. Tutto per tentare di mettere a segno una rapina.

Non è stato forse uno spreco? Non è questo forse uno dei peggiori peccati? Quante lacrime ancora dovremmo versare prima di capire quanto la vita sia unica e preziosa e che l’unico modo di preservarla è quello di compiere una vera e propria bonifica socio-economica-culturale in quei territori che più ne hanno bisogno? Ma non domani, ora…prima di subito.

Abbiamo il dovere di salvare e aiutare gli altri Luigi e Ugo. Perché è già troppo tardi.

redazione

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