Gli operatori sanitari, che da mesi lottano contro il Covid.19, sono ormai allo stremo delle forze. Psicologicamente i medici e gli infermieri sono provati nel vedere questa seconda ondata del virus. “Quella del Covid dovrebbe essere una situazione migliore rispetto ai mesi scorsi, ma noi infermieri siamo psicologicamente stanchi“, queste le parole riportate a Il Mattino.
Purtroppo in questi giorni i contagi sono tornati a salire e i porto soccorso sono stracolmi di persone. “Basti pensare che durante il lockdown l’affluenza di pazienti in pronto soccorso era tra le 30 e le 40 unità in 24 ore. Ora invece ci aggiriamo intorno ai 220/230 accessi giornalieri e questo ci mette in una situazione difficile da gestire. Tra loro, in pochi sono accompagnati dal 118 e il numero di parenti aumenta di volta in volta. È difficile mettere tutti alla giusta distanza e ci troviamo spesso a dover disperdere gli assembramenti. Ecco perché sarebbe necessario riflettere bene prima di correre al pronto soccorso in compagnia di quattro o cinque parenti”.
Oltre ai pazienti che sopraggiungono per accertare o meno la positività al virus, ci sono i parenti che affollano il reparto di pronto soccorso, rendendo difficile il lavoro dei sanitari ma soprattutto creando situazioni di assembramenti che in questo moemnto possono risultare pericolosi.
“Anche quando i casi dubbi vengono trasferiti nell’area sospetto Covid, assistiamo a una vera processione di persone che accompagnano il malato. In quel caso anche una sola persona con la febbre potrebbe infettarne decine con estrema facilità. Invitiamo tutti alla calma e alla prudenza ma nessuno ci ascolta e la situazione non migliora. Noi siamo preoccupati dai dati ma nonostante tutto cerchiamo di andare avanti in maniera distaccata e professionale, anche se non riusciamo a essere ottimisti. È giusto ricordare soprattutto ai più giovani che questa infezione non va presa sottogamba e che, anche se potrebbe non essere letale per loro, potrebbe esserlo per i parenti più anziani. Ci rendiamo conto che non è facile fermare un giovane e contenere la sua voglia di divertirsi, ma sarebbe anche il caso di pensare agli altri con coscienza e responsabilità”.
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