Proteste dei giuglianesi. Dalle segnalazioni sui social tanti i messaggi contrari all'iniziativa
“Il palazzo, la chiesa, la taverna, il pozzo e le casette in muratura furono proprietà del Barone Giovan Battista Orineti che impiantò dei coloni in quella zona con la speranza di accrescere il suo villaggio. Ci sono documenti, mappe, testamenti, perizie che attestano tutta la sua propensione e voglia di creare qualcosa di nuovo. La sua fu una vera e propria sperimentazione sociale, come quella che ad esempio oggi conosciamo come la Real Colonia di San Leucio/Ferdinandopoli“.
A scriverlo su Facebook Fely Di Girolamo, Dott.ssa in architettura. Il post pubblicato nel gruppo Giuglianesi Orgogliosi ha scatenato un grande dibattito. Al centro della questio lo storico Borgo San Zaccaria edificato nel ‘700.
Una cittadella abbandonata al degrado e che potrebbe essere presto distrutto per lasciare spazio a villette con piscina.
Il post su Facebook
Buongiorno a tutti,
ho visto che molte persone si sono interessate alla vicenda accaduta ieri riguardo il borgo di San Zaccaria.
Volevo condividere con voi la mia tristezza.
Il borgo di San Zaccaria è stato oggetto della mia tesi magistrale in Architettura, ho lavorato insieme ad altre persone per circa un anno alla realizzazione di una ricerca storica incentrata su quella “masseria” che in realtà è stata tutt’altro che una masseria.
Il palazzo, la chiesa, la taverna, il pozzo e le casette in muratura furono proprietà del Barone Giovan Battista Orineti che impiantò dei coloni in quella zona con la speranza di accrescere il suo villaggio. Ci sono documenti, mappe, testamenti, perizie che attestano tutta la sua propensione e voglia di creare qualcosa di nuovo. La sua fu una vera e propria sperimentazione sociale, come quella che ad esempio oggi conosciamo come la Real Colonia di San Leucio/Ferdinandopoli.
Per non parlare della Chiesa di San Francesco. La cupola retta da quattro pilastri affrescata con scene sacre, gli stucchi e i decori. Una bellezza architettonica.
Quel borgo stava lì dal XVII secolo.
Quel borgo raccontava qualcosa del popolo giuglianese, di noi.
Quel borgo da ieri non c’è più perché stiamo distruggendo tutto, perché sono infinite le cose da valorizzare che abbiamo ma non facciamo nulla.
Mi dispiace veramente tanto.
Vi allego qualche foto, forse le ultime, scattate nel 2019.