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Ragazzini trovati morti in casa, le prime parole dei genitori: “Non è stata colpa nostra”

Devono avergli dato una dose letale di qualcosa che non sappiamo. Le indagini devono arrivare ad un punto, per capire cosa cavolo è successo“, ha detto come riportato da La Repubblica, Silvia, madre di Flavio Presuttari e amica fraterna della mamma di Gianluca Alonzi.

Erano 120 chili l’uno, alti 1.85 e 1.87. Cosa mai può averli uccisi?. Onestamente il metadone non dà questi sintomi. E poi, passare da nessun uso ad una conseguenza del genere il passo è lungo“, ha detto il padre di Flavio, Fabio Presuttari.

Silvia ha poi continuato: “Mio figlio stava bene quella sera (lunedì, ndr). Eravamo alla chiesa di San Valentino con la mamma di Gianluca, mia sorella nella comunità neocatecumenale, a recitare il rosario mentre loro erano là fuori al campo di calcetto. L’indomani avrebbero dovuto iniziare un periodo di volontariato al Comune di Terni e Flavio mi ha poi detto che alle undici e mezza sarebbe tornato a casa, per alzarsi presto la mattina seguente“.

Mi ha detto che stava andando a letto ee posso dire che stava bene. Se una persona sta male me ne accorgo accidenti, sono un medico“, ha detto la madre di Flavio.

Precisa il papà di Flavio: “Avevano la fissa per la dieta. Qualcuno potrebbe avergli propinato qualcosa come soluzione per mangiare meno e dimagrire“. ha affermato Presuttari: “È vero, qualche volta tornavano tardi la sera, ma erano adolescenti sereni come possono esserlo i ragazzi di oggi. Erano ragazzi seguiti, controllati, che non mai dato segni di utilizzo di sostanze. Siamo entrambi medici io e mia moglie, non siamo certo degli sprovveduti“.

Hanno raccontato Silvia e Fabio: “Negli ultimi tempi era sereno e gioioso e trascorreva le giornate con l’amico di sempre. Anche se ai genitori non andava giù quella passione per i rapper e la trap, quella ‘monnezzà musicale che non fa che inneggiare all’uso di sostanze“.

La vicenda

Potrebbero essere stati metadone o codeina, ma anche entrambi, assunti insieme, ad avere provocato provocato la morte nel sonno di un quindicenne e di un sedicenne a Terni. E’ quanto ipotizzato nel corso di una conferenza stampa da carabinieri e procura di Terni dopo il fermo di un ternano di 41 anni accusato di avere ceduto loro la sostanza. Saranno comunque le autopsie e gli esami tossicologici a chiarire esattamente le cause del decesso. Il fermato era noto come assuntore di droga non aveva precedenti specifici. Gli investigatori hanno acquisito a suo carico una serie “convergenti” di indicazioni. Con dichiarazioni “innocenti e precise” raccolte in particolare tra i giovani amici delle vittime. In casa del fermato e’ stata sequestrata una bottiglietta, forse con all’interno la sostanza ‘incriminata’. Anche in questo caso saranno comunque le analisi a dover chiarire di cosa si tratti. L’ipotesi degli inquirenti e’ che i due minorenni abbiano ingerito qualcosa nella serata di ieri sentendosi poi male.

Il quarantunenne in stato di fermo dopo la morte dei due adolescenti di Terni “ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente”: lo afferma, con l’ANSA, l’avvocato Massimo Carignani, difensore dell’uomo. Il legale ha incontrato stamani il suo assistito, che si trova nel carcere di Sabbione dalla tarda serata di ieri. Domani mattina, davanti al giudice Barbara Di Giovannantonio, e’ prevista l’udienza di convalida del fermo.

“Ci ho potuto parlare poco – spiega l’avvocato Carignani parlando dell’incontro con il fermato – perche’ singhiozzava. E’ un uomo distrutto, si sente in colpa per quello che e’ successo e ha finora prestato il massima della collaborazione agli investigatori”. Per il legale ogni altra valutazione sulle indagini dovra’ essere fatta “solo dopo una perizia tossicologica”, che dovra’ chiarire cosa ha provocato la morte dei due ragazzi. Questi – riferisce sempre l’avvocato Carignani – avrebbero incontrato il quarantunenne, per la cessione della sostanza, “tra le 21 e le 21,30 di lunedi’ sera nel quartiere San Giovanni”. Proprio “nella disponibilita’” dello stesso quartiere – e non come appreso in un primo momento nell’abitazione del fermato – e’ stata rinvenuta la bottiglietta sequestrata dai carabinieri che, si ritiene, conterrebbe la sostanza assunta dai due giovani. Venerdi’ verra’ affidato l’incarico delle autopsie, che dovrebbero svolgersi nella stessa giornata presso l’ospedale di Perugia.

Ragazzini trovati morti in casa, le prime parole dei genitori: "Non è stata colpa nostra"