Tradizioni

Lamborghini in regalo, la risposta di Insigne dopo le polemiche: “Qual è il problema? Io vengo dal nulla”

Ha suscitato molte polemiche la foto postata settimane fa che ha mostrato il regalo che la moglie di Lorenzo Insigne ha fatto al capitano azzurro in occasione del suo compleanno: una Lamborghini.

Molti utenti si sono indignati per l’ostentazione ma il calciatore si è difeso affermando che la foto no l’ha postata lui. Altri utenti hanno invece ricordato la donazione fatta da Insigne all’ospedale Cotugno. L’attaccante ha così risposto, ai microfoni di Emis Izzo Giambelli di DalBasso.it.

Le polemiche sulla mia nuova auto? Se aveste visto meglio l’immagine c’è mio figlio alla guida con una felpa Versace e jeans Amiri, ma non vedo dove sia il problema. Il fatto è che io vengo dal fondo, a differenza di tutti quelli che mi criticano. Sapete tutti da dove vengo, dal nulla. Mio padre lavorava tutti i giorni per cercare di non cadere in mano alla camorra, aveva un carrello ambulante di frutta, mamma lo aiutava come poteva ma era zoppa e non poteva camminare a lungo“.

In molti mi prendono in giro perché non so parlare bene in italiano, la verità è che a 12 anni invece di andare a scuola andavo ad aiutare papà a lavoro, altro che studiare. La mattina uscivamo alle 5, caricavamo il carrello e poi in giro per tutta Napoli a vendere. In ogni condizione, sia con la pioggia, che con il sole battente. E mica esistevano giorni liberi o ferie. Quando papà non vedeva prendevo una mela e iniziavo a palleggiare per sfogare la mia rabbia, dopo un anno facevo quel che volevo con le mele“.

Fu così che iniziai a palleggiare con le pesche, che erano un po’ più piccole, fino ad arrivare alle ciliegie. Un giorno arrivammo fino a Castel Volturno, non riuscivamo più a vendere nelle altre zone perché facevamo concorrenza agli ambulanti della camorra, e lì fui notato da un osservatore del Napoli mentre palleggiavo con una ciliegia col destro, e sbucciavo le nespole con il sinistro. Lì ci fu la svolta; la mattina uscivo con papà, facevano un giro nuovo in modo da arrivare nel pomeriggio a Castel Volturno per gli allenamenti, e la sera andavo in piazza a palleggiare con la frutta con il boccino delle offerte“.

Volevo differenziarmi dai falsi invalidi. Il resto è tutto frutto di sudore, determinazione e umiltà; quella c’entra poco con i miei capi firmati, se spendo due pali da Gucci è perché da bamboccio giravo con gli abiti usati“.

redazione

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