Il violento litigio finito nel sangue, la parentela pericolosa e un altro giovane parente ricoverato in ospedale. A Gragnano anche un agguato
Una vendetta dopo un litigio, una ritorsione maturata nell’ambito di una faida tra due clan che si contendono il business milionario delle coltivazioni illegali di marijuana tra i boschi del monte Faito a Castellammare di Stabia (in provincia di Napoli).
Sono questi i due moventi sui quali sono al lavoro gli agenti del locale commissariato, la Squadra Mobile, la procura dei Minori di Napoli e la Direzione distrettuale antimafia, dopo la morte di Nicholas Di Martino, un ragazzo di 17 anni, accoltellato all’addome e all’inguine ieri sera in via Vittorio Veneto a Gragnano.
Il ragazzo e’ nipote del boss Antonio Carfora detto ”o fuoco‘ in carcere all’ergastolo per omicidio e il cui clan e’ ancora attivo in zona e si contende gli affari con gli Afeltra, con i quali e’ in contrasto. Gli agenti stanno cercando proprio alcuni suoi coetanei che orbitano attorno al gruppo camorristico, ritenuti i responsabili del raid in cui e’ rimasto ferito, in maniera lieve anche un 30 enne, cugino della vittima, Carlo Langellotti, che sarebbe intervenuto per dividere i ragazzi che si stavano azzuffando in strada alle 3 di notte a Gragnano.
Sia la vittima e che il cugino sono di Pimonte, un paese in montagna a pochi chilometri dal luogo del raid mortale. Erano in auto quando sarebbe nato il parapiglia. Le indagini vanno avanti cercando anche possibili elementi da eventuali immagini riprese da telecamere in via Vittorio Veneto e testimonianze.
Verifiche anche su un ipotetico collegamento con il ferimento di un 21enne incensurato poco dopo la morte del 17enne sempre nella zona di Gragnano; il ragazzo ha presentato denuncia ai carabinieri ma solo alle 8.30 del mattino.
LEGGI ANCHE – Gragnano, auto crivellata di colpi
Questa mattina a Gragnano, nel napoletano, verso le 5, un 21enne incensurato che era a bordo della sua auto e’ scampato a quello che sembra un agguato. Due persone a piedi in strada hanno sparato contro di lui 6/7 colpi d’arma da fuoco, ferendolo di striscio a un braccio.
Il giovane, scappato a Castellammare dalla zia, si e’ presentato in caserma dai carabinieri di Gragnano alle 8:30 per sporgere denuncia. Solo dopo si e’ recato in ospedale. Indagano i carabinieri insieme alla polizia.
Rilievi a cura di militari dell’Arma dei carabinieri che ha sequestrato l’auto del giovane. Non si esclude alcuna pista, compreso un eventuale collegamento con la morte di un 17enne, nipote di un boss, accoltellato proprio a Gragnano e arrivato in fin di vita alle 3 in ospedale a Castellammare.
Come è morto il 17enne ucciso a coltellate a Gragnano
Ha diciassette anni e mezzo e avrebbe parenti ritenuti appartenenti alla criminalità organizzata il giovane deceduto la scorsa notte nell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (in provincia di Napoli). La Polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, sta facendo accertamenti anche in tal senso.
Secondo quanto riportato da Il Mattino, la giovane vittima sarebbe il nipote del boss Nicola Carfora detto ‘o fuoco, fratello della mamma del 17enne ora all’ergastolo. Il ragazzo è deceduto a causa delle gravi ferite inflitte al torace e all’inguine sembrerebbe con un’arma da taglio.
Chi è il 17enne ucciso a coltellate
Le sue condizioni sono apparse subito gravi e l’intervento dei sanitari per soccorrerlo purtroppo si è rivelato inutile.
17enne ucciso a coltellate
Lite in strada degenera, tragico il bilancio: un morto e un ferito grave. Un ragazzo di 17 anni, N.M., e’ morto nell’ospedale di Castellamare di Stabia dove e’ stato portato da Carlo Langelotti, 30 anni, a bordo di una Audi Q3. Anche il 30enne e’ ferito in maniera seria ed e’ in sala operatoria.
Entrambi sono di Pimonte e sono stati accoltellati durante una lite. Secondo una ricostruzione non confermata, ci sarebbe stata una lite in via Vittorio Veneto a Gragnano. Sulla vicenda indaga la polizia.