Unico Istituto tumori in Italia ad effettuare impianti di protesi peniene di ultima generazione gratis. Il dg Bianchi: "l paziente è sempre al centro"
L’impotenza erettile dopo l’asportazione della prostata, vescica o colon-retto e radioterapia: un dramma con cui in Italia ci fa i conti un uomo su otto. Se il rischio che l’intervento per la cura del cancro possa non riuscire è pari allo zero, talvolta il cancro è così aggressivo da non consentire di salvare i nervi che garantiscono la sessualità. In questi casi la percentuale di pazienti che non possono tornare ad amare dopo l’operazione nemmeno con l’aiuto di farmaci è di circa il 15%. Per loro nessuna soluzione, dunque? Niente affatto, oggi infatti grazie alle protesi peniene di ultima generazione si può affermare che il cento per cento dei problemi di erezione può avere una soluzione funzionale e relazionale completa con piena soddisfazione della coppia. Purtroppo queste protesi sono accessibili solo a pochissime persone, perché costano. Ed anche tanto.
Il Pascale di Napoli ha deciso così di impiantarle gratuitamente. Unico Istituto dei tumori in Italia (oggi gli impianti di protesi peniene vengono effettuati in centri privati ed in pochissimi centri ospedalieri o convenzionati) che offrono questa possibilità. I primi due impianti sono stati eseguiti su un uomo di 58 anni e uno di 62 affetti da grave deficit disfunzionale erettile secondario a chirurgia oncologica pelvica demolitiva. La loro vita sessuale aveva subito uno stop in seguito al tumore . I due pazienti stanno bene e dopo l’intervento sono tornati a casa.
Non sarebbe stato possibile effettuare i due interventi senza un percorso riabilitativo che ha coinvolto non solo i due pazienti, ma anche le loro partner. Necessario è, infatti, un completo inquadramento clinico e di coppia non solo andrologico ma anche sessuologico, che al Pascale è reso possibile grazie al supporto della struttura di Psicologia diretta da Daniela Barberio. L’impianto di una protesi peniena impatta sull’identità più profonda dell’uomo ed è necessario, laddove possibile, il coinvolgimento della partner. Una partner coinvolta costituisce la più forte alleata nel percorso riabilitativo del paziente uro-oncologico e ne è parte integrante.