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‘O Patrizio, il “maradona” della malavita napoletana

Se senti parlare di camorra, di storia criminale, di “camorra vecchio stampo” per intenderci, di sicuro hai sentito nominare ‘O Patrizio, all’anagrafe Patrizio Bosti, il boss indiscusso del Rione Amicizia. Cognato di Edoardo Contini, alias ‘O Romano, fondatore quest’ultimo insieme con Ciccio Mallardo e Gennaro Licciardi dell’Alleanza di Secondigliano, un’organizzazione criminale nata a Napoli verso la fine degli anni ottanta del XX secolo che negli anni successivi è riuscito ad impadronirsi di quasi tutti i traffici illeciti della città.

Patrizio Bosti, 62 anni, un paio di giorni fa ha lasciato il carcere di Parma, dove era rinchiuso in regime di 41 bis, per fare ritorno a casa, dove dovrà scontare altri 9 anni in libertà vigilata. Bosti nell’ambiente criminale è conosciuto come un camorrista di livello, uno difficile da sostituire nelle gerarchie del clan, un boss che anche durante il regime di carcere duro ha continuato a “comandare” l’organizzazione criminale.

‘O Patrizio era detenuto ininterrottamente dal 2008, quando fu arrestato dai carabinieri a Girona, in Spagna, dopo tre anni di latitanza. Una generazione diversa rispetto alla camorra di oggi. Già suo figlio Ettoruccio è conosciuto per avere un profilo diverso da quello del padre. Il primo decisamente low profile, caratteristica fondamentale di quella camorra che ha fatto della “sobrietà” la sua fortuna criminale. Stesso discorso vale per i suoi storici alleati del Borgo come ad esempio Giuseppe Ammendola, per anni uomo di fiducia dei boss Eduardo Contini e Patrizio Bosti, prima di essere arrestato in spiaggia, sul litorale laziale di Torvajanica.
Diceva il pentito Zaccaro: «Ammendola non è un camorrista stile anni Ottanta, è uno che fa del basso profilo il suo modo di vivere. Un grande mediatore, compare poco, sa trattare da pari anche con gli altri vertici dell’Alleanza di Secondigliano, non ama assumere atteggiamenti plateali Parametri decisamente diversi da quelli di oggi. Anche per questo in alcune intercettazioni di un recente passato emerge che il passaggio di consegne dai padri storici del cartello ai figli non è proprio preso in considerazione dagli affiliati.
In uno stralcio di un brogliaccio addirittura lo paragonano ad “un Maradona” usando una metafora calcistica.
Patrizio Bosti rispecchia dunque l’identikit spiaccicato del boss, anche perché Bosti non fa parte di un clan qualunque, il clan Contini non ha mai avuto scissioni interne, mai un collaboratore di giustizia, un’organizzazione criminale insomma con tutti i canoni e i “codici” per essere ancora oggi il clan più potente di Napoli.
All’apice del cartello criminale più potente dell’area nord, da sempre nemico del clan della “Ferrovia” i Mazzarella, ‘O Patrizio è tornato nel suo regno, dint’ o rione.