La morte di Salvatore Frate è stata una perdita per due comunità, quelle di Portici ed Ercolano. Noto commerciante di 50 anni deceduto a seguito di un brutto male che non è riuscito a sconfiggere.
Dopo i tanti messaggi circolati sui social da parte dei suoi cari, è la figlia a ricordarlo in una lunga lettera pubblicata dal Merdiano News. Un ricordo del padre per non dimenticare che classe di persona fosse. Ma soprattutto un modo per ringraziare le tante persone che in questo momento così difficile hanno dimostrato affetto alla sua famiglia.
La lettera della figlia di Salvatore Frate
Mio papà nasce e cresce sempre con l’amore per la sua famiglia e il suo lavoro. Comincia con il negozio nel mercato di Portici ‘Manù ‘. Si è poi spostato, negli anni, sempre a Portici in via Libertà ed infine ad Ercolano. Amava stare a contatto con gli altri, amava Portici ed essere circondato da le persone che lo apprezzavano e gli volevano bene. Era riconosciuto per la sua eleganza, il suo sorriso e i suoi occhioni verdi. Sempre umile, generoso e educato con ogni singola persona. Mia mamma, Lucia, non solo è stata una moglie ma è stata la sua compagnia di vita in tutto e per tutto sempre con lui fino alla fine: come una moglie, mamma e una sorella. Siamo stati sempre uniti, noi quattro. Purtroppo, però, un male si è fatto largo nella nostra vita. Soffriva di un male invisibile che solo troppo tardi hanno saputo scoprire. Piano piano l’ha portato a cambiare, ma restando il signore di sempre. Nonostante i dolori della vita, lui ha sempre mantenuto la sua eleganza e la sua inarrestabile forza. Ha combattuto fino alla fine sempre con la sua famiglia affianco: io, mamma e mio fratello.
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Un giorno di aprile, a causa di un brutto incidente fu ricoverato. Un anno avanti e indietro tra ospedali e strutture riabilitative a combattere ogni giorno per la sua vita. Sempre con il sorriso. Sempre facendosi voler bene. Nelle sue più grandi sofferenze, aveva sempre un sorriso e un grazie per ogni persona. Il suo più grande desiderio era quello di ritornare a casa. Nella sua casa. Ma purtroppo abbiamo sempre incontrato ostacoli e l’ultimo è stata questa emergenza, quella che poi gli è stata fatale. L’ultima volta che abbiamo potuto vedere papà è stata in una videochiamata, il giorno del mio compleanno. Ci saluta cosi: ‘siete la mia famiglia, vi amo, ci vediamo a casa’. Ma qualche giorno dopo, giusto dopo un anno dall’inizio del calvario, ritorna nello stesso ospedale, nello stesso letto di rianimazione ed è li che ci lascia, due giorni fa, il 27 aprile. Oggi, noi, come famiglia, vogliamo ringraziare ogni persona che ha ricordato papà in questo orribile giorno.