La sperimentazione sarà avviata all'ospedale Spallanzani di Roma. Le istituzioni seguono le indicazioni del comitato scientifico
Saranno scelti a fine maggio i 40 volontari sui quali sarà testato il possibile vaccino contro il coronavirus. La sperimentazione, made in Italy, avverrà all’ospedale Spallanzani di Roma tra giugno e luglio.
Proprietaria del probabile vaccino l’azienda di Castel Romano “ReiThera th”. “Abbiamo applicato la ricerca pura alla clinica. Creeremo un ambiente iper-protetto che sarà usato per la sperimentazione. Dovremmo ottenere l’autorizzazione dell’Aifa come indicano i protocolli correnti”, ha dichiarato – come riportato da Il Mattino – il direttore Sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia.
“Lo Spallanzani ha alle spalle una lunga tradizione di ricerca virologica e immunologica. Ha le competenze per allestire un’area dedicata secondo i parametri dell’Agenzia del farmaco. E tutto il mondo sta applicando una strategia unitaria per la gestione dei vaccini, non è detto che alla fine ce ne sarà uno solo ma l’importanza di produrlo con una azienda italiana che ne è proprietaria è quello di poter contare su un brevetto italiano e non su un brevetto di altri paesi di cui l’Italia sarà solo produttore di piccoli lotti“, ha dichiarato il direttore Scientifico Giuseppe Ippolito.
L’AZIONE DEL VACCINO –
Il vaccino dovrebbe essere di tipo genetico e basato su un vettore virale. Per Sars-Cov-2, si è pensato di utilizzare il gene che codifica una proteina di superficie che permette l’ingresso del virus nelle cellule, la proteina “spike”. Questo gene, una volta entrato nelle cellule dell’organismo, induce la produzione della proteina specifica che a sua volta stimola la risposta immunitaria contro il coronavirus.
Per trasferire il gene nelle cellule, la tecnologia messa a punto da “ReiThera” utilizza un adenovirus derivato da primati non umani che non provoca malattie nell’uomo, e che è stato comunque attenuato togliendo i geni che servono alla sua replicazione, sostituendoli con il gene della proteina “spike” del coronavirus.