Sergio Abrignani, immunologo e ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano, ha delineato il quadro attuale sulla ricerca per il vaccino per il coronavirus, e sull’efficacia dei test sierologici. In un’intervista del Corriere della Sera, l’esperto ha affermato: “Per avere un vaccino efficace serviranno 2-3 anni”.
IL NUOVO VACCINO
“Mettere a punto un nuovo vaccino richiede un percorso lungo e laborioso per garantirne sicurezza ed efficacia”, ha illustrato l’immunologo. “La comunità scientifica mondiale sta facendo uno sforzo enorme per accelerare al massimo, ma parliamo comunque di anni, non di mesi”.
I PASSAGGI
Abrignani ha poi spiegato quali sono i passaggi per la creazione di un vaccino. Dopo la fase 1, che consiste nelle verifiche su sicurezza e capacità di provocare una risposta immunitaria, “si passa alla fase 2, in cui vengono stabilite dosi e schedule di somministrazione, e infine alla fase 3, ovvero lo studio di efficacia su persone a rischio di infezione”.
GLI SFORZI DELLA RICERCA
Nonostante “un impegno senza precedenti” da parte della comunità scientifica, che sta focalizzando gli sforzi per la ricerca del vaccino, Abrignani ha fatto notare che “si possono stringere i tempi, ma i passaggi sono obbligati. Tutti i vaccini che conosciamo hanno richiesto un minimo di 8 anni tra ideazione e immissione sul mercato”.
Il professore ha poi fatto il punto sulla situazione attuale: “Il primo vaccino, già in fase 1 sull’uomo, è basato su acidi nucleici: si inietta Rna che entra nelle nostre cellule dove viene tradotto nella proteina spike, la chiave grazie alla quale il virus si propaga”.
LA SCOMMESSA
“Questa proteina dovrebbe indurre una risposta immunitaria protettiva. È una scommessa – ha precisato Abrignani – perché finora i vaccini composti da acidi nucleici si sono rivelati poco efficaci nell’uomo. Si è iniziato con questo perché lo sviluppo è più semplice e veloce. Ma si lavora anche al metodo classico, con proteine ricombinanti o virus inattivato”.