Da un lato i pizzaioli napoletani che invocano il ripristino dell’attività di delivery e dell’altro, il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, irremovibile sulla decisione di non autorizzare il delivery.
Ad alimentare la polemica ha contribuito il pizzaiolo Gino Sorbillo che ha spiegato che la pizza, grazie alle alte cotture ed a un sistema di confezionamento non sarebbe pericolosa per i clienti. “Cuoce a 450 gradi, davanti al banco e la chiudiamo appena esce nel forno nel box. Poi viene avvolta nella pellicola sicura al 100% e consegnata al fattorino con zero rischi”, ha dichiarato il pizzaiolo del centro storico di Napoli.
Un’affermazione quella di Sorbillo, che ha visto pronta la replica del maestro pizzaiolo Errico Porzio: “Anche io sono favorevole alla riapertura delle pizzerie, seppur parziale, per assicurare soltanto il delivery e da tempo sto sostenendo colleghi e associazioni per questa battaglia che ci vede penalizzati rispetto al resto dei pizzaioli e dei ristoratori delle altre regioni italiane. E’ il caso di ricordarlo ancora una volta: la Campania è l’unica regione d’Italia in cui è stata sospesa l’attività di delivery. Tuttavia, mi dissocio totalmente dalla proposta avanzata da Sorbillo: preferisco restare chiuso, ma non sigillare le pizze appena sfornate con cellophane, pur di far ripartire la mia attività. Il metodo proposto da Sorbillo quale sicuro e garantito per consentirci le consegne, mi lascia molto perplesso. Non negherò mai la condensa alle mie pizze a domicilio. Forse Sorbillo ha dimenticato il perché dell’esistenza di quei buchi ai lati dei cartoni della pizza. Io faccio pizza napoletana, non chewing gum.”