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Coronavirus, al via il progetto test sierologici per l’immunità a 150mila italiani

Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha definito le caratteristiche della tipologia di test sierologico che dovrà essere impiegato su scala nazionale, e c’e’ il via libera del governo all’avvio della procedura pubblica per l’acquisto dei kit per gli esami ematici.

Nell’arco delle prossime due settimane partirà dunque la campagna per i test di immunità’ in tutta Italia, con il coinvolgimento di un campione di circa 150mila persone suddivise per profilo lavorativo, genere e 6 fasce di eta’. A breve sara’ pubblicato un bando con le indicazioni.

L’obiettivo “e’ avere un unico test nazionale”, ha spiegato in conferenza stampa alla Protezione civile il vicedirettore dell’Oms e membro del Cts Ranieri Guerra, sottolineando che “se andiamo ad usare diversi test con diverse performance rischiamo di avere una difficile comparazione”.

Il test che verrà’ selezionato dovrà’ garantire “standard minimi di qualità'” – tra cui avere un’attendibilità’ superiore al 95% – e sara’ tra quelli che prevedono un prelievo da “sangue venoso” perché’ “quelli da sangue periferico non sono accettabili”. I tempi per la campagna, quindi, si stringono e di fatto la procedura e’ partita: il commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri ha infatti avuto ieri sera dal governo l’incarico di avviare l’iter pubblico per la ricerca e l’acquisto dei test necessari. Obiettivo della campagna e’ individuare i potenziali ‘immunizzati’, ovvero coloro che hanno sviluppato anticorpi al SarsCov2, e avere un quadro epidemiologico piu’ chiaro della propagazione del virus. Si potra’ cosi’ ‘avere il polso’ della pervasivita’ del virus a livello territoriale ma anche in relazione ai diversi settori, definendo un profilo di rischio dei lavoratori in vista della fase 2 di riapertura del Paese a maggio. Ma in attesa che lo screening parta a livello nazionale, varie Regioni si stanno gia’ attivando a livello territoriale.

La Toscana, ad esempio, ha gia’ annunciato un accordo con 61 laboratori privati che permettera’ di effettuare test sierologici per 400.000 persone, includendo anche i lavoratori dei servizi essenziali. Nel Lazio, nei prossimi giorni, sara’ avviata una campagna con 300 mila test e si partirà’ dalle forze dell’ordine: l’indagine epidemiologica infatti riguarderà 60mila appartenenti a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e i militari dell’Esercito impegnati in ‘Strade sicure’.

In Lombardia, invece, saranno effettuati 20.000 test sierologici al giorno, dal 21 aprile, cominciando dagli operatori sanitari. Ed il Comune da Milano sottoporra’ ai test sierologici tutti i 4mila conducenti dei mezzi di trasporto pubblico della citta’. Anche la Sicilia sta per avviare uno screening con test sierologici, da affiancare all’esame con tamponi, che riguardera’ personale sanitario, Forze dell’ordine, uffici pubblici e la popolazione carceraria. L’Emilia Romagna invece avverte che i test non potranno essere effettuati da privati e che questi laboratori potranno lavora per la Regione. Non solo test d’immunità’ pero’.

Nella fase 2 della riapertura, per garantire sicurezza e un’adeguata sorveglianza sanitaria nei luoghi di lavoro e’ necessaria anche “l’esecuzione periodica dei tamponi” ai lavoratori, ha affermato Guerra. Anche per il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa si dovrà “immaginare che chi torna a lavorare sia tenuto sotto stretta osservazione e che, al primo sintomo, ci sia la possibilità immediata di test con tampone e misure di isolamento”. E in vista della ripresa, un forte richiamo e’ giunto dal ministro Roberto Speranza che ha oggi partecipato alla riunione dei ministri Ue della Salute. E’ necessario, ha avvertito, “armonizzare la fase due dell’emergenza Covid”.

Bisogna, ha detto, “mettere in condivisione l’attività’ di ricerca scientifica, l’uso dei test e la messa a punto degli strumenti tecnologici più’ innovativi. Questa e’ la strada da prendere per dare all’Ue quel ruolo che i cittadini si aspettano”