La pastiera napoletana è un dolce tradizionale della Santissima Pasqua. Inizialmente solo partenopeo, nel corso degli anni è presente sulle tavole di ogni italiano, da Nord a Sud. In questo anno particolare, in cui le giornate di Passione di Cristo vengono vissute diversamente per via della pandemia da coronavirus, le persone si stanno dilettando in cucina.
La forma della pastiera napoletana è rigorosamente tonda e a una prima occhiata può apparire come una crostata. Ma attenzione, nella ricetta tradizionale napoletana c’è un particolare da non sottovalutare: le strisce.
Perché si fanno sette strisce secondo la ricetta tradizionale della pastiera napoletana?
Il tutto risale alla Neapolis Greca: secondo la leggenda, questo dolce pasquale nacque come offerta alla Sirena Parthenope in segno di devozione da parte del popolo. Le strisce che si incrociano sopra il ripieno fatto di ricotta e grano non vanno fatte a casaccio. Devono essere in un numero complessivo di sette, quattro in un senso e tre nel senso trasversale, a formare la planimetria di Neapolis, cioè del centro storico della Napoli odierna.
Le strisce della pastiera napoletana riprendono la pianta del centro storico di Napoli, che è attraversato da 3 decumani, paralleli alla costa: Decumano superiore (via della Sapienza, via dell’Anticaglia, via Santi Apostoli.
Decumano maggiore: via dei Tribunali); il Decumano inferiore (Spaccanapoli) comprende via Benedetto Croce, via S. Biagio dei Librai, via Vicaria Vecchia, via Giudecca Vecchia. Questi decumani si incrociano a 4 cardini, i vicoli del centro storico di Napoli: (Vico S. Gaudioso, via Atri, via Nilo, via Giovanni Paladino). E ancora, Vico Limoncello, Vico Cinquesanti, via S. Gregorio Armeno; si passa per via Duomo e infine Vico Grotta della Marra, Vico Sedil Capuano, via delle Zite.