Conosce Ascierto, tifa Bari e ha un'idea libera della ricerca. L'intervista ad Andrea Gambotto ricercatore presso l'Università di Pittsburgh
Adesso dipenderà tutto dalla decisione della Food and Drug Administration (“Agenzia per gli alimenti e i medicinali“, FDA). L’equivalente statunitense dell’Aifa dovrà stabilire se la sperimentazione del vaccino anti-covid19 potrà avere inizio. “Potranno volerci un paio di mesi. Poi per un uso clinico del vaccino potrebbe passare ancora più tempo“. A dirlo è stato Andrea Gambotto ricercatore italiano membro del team che all’Unversità di Pittsburgh ha scoperto la possibile cura per il coronavirus.
Intervistato da VocediNapoli.it, Gambotto ha spiegato che per lui e i suoi collaboratori la strada per arrivare a questa scoperta è stata difficile ma abbastanza in discesa. “Sono anni che lavoriamo sui virus. Possiamo definirla la nostra ‘specialità’. Già nel 2003 abbiamo trovato quello per la Sars e nel 2014 quello contro la Mers. Arrivare a quello del covid19 è stato come un percorso naturale“.
Eppure i tempi per giungere ad una somministrazione ordinaria per le persone sono ancora molto lunghi: “Potrebbero volerci anche anni ma l’importante è che a breve potrà iniziare la sperimentazione da parte dell’Fda. Tutto dipenderà dalla nostra rapidità. Noi dobbiamo essere veloci nel completare il nostro lavoro qui in laboratorio, l’Fda nel pronunciarsi sul possibile vaccino. Un processo che in due mesi porterà alla sua sperimentazione“.
Lo stesso periodo che secondo Gambotto sarà necessario affinché le persone possano vedere la definitiva uscita dal tunnel: “È difficile fare una previsione esatta sul quando terminerà l’emergenza. Ad oggi credo che entro due mesi potrebbero finire l’isolamento sociale e la chiusura parziale delle attività commerciali“. Secondo il ricercatore, “la politica difficilmente avrebbe potuto reagire meglio rispetto all’emergenza. È difficile prevedere alcuni fenomeni, comunque – ad oggi – è meglio lavorare uniti per sconfiggere il virus, piuttosto che fare inutili cacce alle streghe“.
Gambotto ha le idee molto chiare anche in merito alle tante idee complottiste nate nelle ultime settimane intorno al covid19: “Complottismo vuol dire ignoranza. Si trascende in determinate teorie quando non si conosce la materia della quale si parla. Basterebbe conoscere la mappa genetica di un virus per comprendere se esso può essere costruito in laboratorio o se può essere clonato. Io posso dirlo perché si tratta della mia materia. Ecco, se ognuno si limitasse a parlare di ciò che sa il mondo sarebbe migliore“.
Infine una curiosità, il rapporto che lega Gambotto al Prof. Paolo Ascierto e alla città di Napoli: “Conosco Paolo, è un grande professionista. La mia esperienza dice che la ricerca italiana è un’eccellenza. Ma i laboratori scientifici sono porzioni di mondo. Io lavoro con asiatici, europei e africani. Ed è giusto che sia così, anche il mondo della ricerca ha bisogno di scambi“. E poi ha concluso, “lo sa che abbiamo un Presidente in comune? Si, perché io tifo Bari“. Da anni a Pittsburgh senza dimenticare le proprie origini.
ANDREA GAMBOTTO –
Si è laureato a Bari in medicina nel lontano 1994 prima di ‘sbarcare’, come tanti altri colleghi, negli Stati Uniti. Quella di Andrea Gambotto è la storia di tanti altri giovani ricercatori che all’estero cii rendono orgogliosi di essere italiani.
Andrea Gambotto studia e lavora nel centro ricerche dell’Università di Pittsburgh. È proprio li che il team di ricercatori coordinati proprio da Gambotto ha messo basi importanti per lo sviluppo di un vaccino che possa curare e sconfiggere il coronavirus.
Tra titoli e numerose pubblicazioni, Andrea Gambotto è professore associato di Chirurgia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pittsburgh. Il suo staff è stato protagonista di altre importanti scoperte in ambito scientifico e sanitario.
Infatti, si tratta degli stessi ricercatori che nel 2003 hanno sviluppato il primo vaccino in assoluto contro un’altro virus, la SARS. In quel caso si trattò di una scoperta ‘superflua’ in quanto la malattia sparì da sola senza la necessità di combatterla e curarla. Nel 2014, invece, hanno individuato il vaccino contro la MERS, un’altra tipologia di virus.
IL VIDEO SU TWITTER –
Today, University of Pittsburgh School of Medicine @PittHealthSci scientists announced a potential vaccine against SARS-CoV-2, the new coronavirus causing the #COVID19 pandemic. https://t.co/ILW4IQfou7 pic.twitter.com/Y7l0SifBtn
— UPMC (@UPMCnews) April 2, 2020
LA SCOPERTA –
Il vaccino contro il virus che causa la Covid-19 potrebbe essere disponibile prima del previsto. Lo hanno annunciato oggi i ricercatori della University of Pittsburgh School of Medicine coordinati dall’italiano Andrea Gambotto e Louis Falo. Un vaccino ha superato gia’ la fase della sperimentazione animale e i primi test nel modello murino hanno mostrato che produce anticorpi specifici per il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 in quantita’ ritenute sufficienti a neutralizzare il virus. I risultati di questi primi test sono stati pubblicati su EBioMedicine, rivista pubblicata da Lancet.
Vaccino contro Coronavirus, pubblicato il primo studio
Si tratta del primo studio ad essere pubblicato in seguito a revisione da parte di scienziati di altri istituti e descrive un potenziale vaccino contro il COVID-19. I ricercatori hanno potuto agire rapidamente poiche’ erano gia’ state gettate le basi grazie a precedenti lavori durante le precedenti epidemie di coronavirus. L’Universita’ di Pittsburgh opera in Italia attraverso UPMCl che lavora in stretta collaborazione con la University of Pittsburgh School of the Health Science e che e’ presente in Italia da venti anni e in particolare a Palermo, con IRCCS ISMETT, Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione, oggi ISMETT ha realizzato un’unita’ COVID-19 a disposizione della Regione Siciliana.
Abbiamo lavorato in passato con l’epidemia di SARS-CoV nel 2003 e MERSCoV nel 2014. Questi due virus, strettamente connessi alla SARS-CoV-2, ci insegnano che una particolare proteina, chiamata spike, e’ importante per indurre l’immunita’ contro il virus. Sapevamo esattamente dove combattere questo nuovo virus“, ha spiegato Andrea Gambotto, coautore senior – gia’ in forza al Dipartimento di genetica molecolare e biochimica presso l’Universita’ di Pittsburgh – da sempre impegnato nella ricerca sui vaccini.
“CONOSCO ASCIERTO” –
“La ricerca è un settore libero. È come nel calcio. In una squadra si cerca di prendere i migliori calciatori al mondo. In un laboratorio scientifico si assumono i migliori professionisti. Non esistono confini. Lavoro con asiatici, africani, europei. Il bello è anche questo“, ecco cosa pensa Andrea Gambotto del mondo di cui fa parte: quello della ricerca.
Un tema al centro delle cronache soprattutto perché siamo in piena emergenza coronavirus. La famosa fuga dei cervelli, i tagli e gli scarsi investimenti. Tuttavia, questo processo di scambio di cui ha parlato Gambotto – in un’intervista rilasciata a VocediNapoli.it – ha permesso al ricercatore pugliese di incontrare il Prof. Paolo Ascierto dell’Istituto Pascale.
C’è una cosa, o meglio una ‘missione’, che ha accomunato i due studiosi: la lotta al covid 19. Il Prof. napoletano ha ottenuto (in collaborazione con lo staff del Monaldi coordinato dal Dottor Vincenzo Montesarchio) il protocollo dell’Aifa per il trattamento del tocilizumab (un farmaco anti artrite) contro la polmonite severa causata dal virus.
Gambotto fa invece parte del team che presso l’Università di Pittsburgh ha scoperto un possibile vaccino che possa sconfiggere il coronavirus. “Conosco bene Paolo. L’ho visto un pò di tempo fa. Sarei dovuto tornare in Italia a giugno. Spero di poterlo fare presto“.