Paolo Ascierto ha superato polemiche e inutili discussioni conquistando anche il web. Dopo la piccola diatriba avuta con il Dottor Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano – in merito alla somministrazione del tocilizumab – gli utenti si sono scatenati sui social con commenti di stima e sostegno nei confronti del Prof. napoletano.
Ma facciamo un salto indietro nel tempo e andiamo al nocciolo della questione. Cos’è che ha ‘infiammato’ il confronto tra i due medici, ospiti entrambi ieri sera di ‘Carta Bianca‘ la trasmissione condotta da Bianca Berlinguer su Rai 3?
Probabilmente, viste le dichiarazioni di Galli, che il tocilizumab – farmaco anti artrite – utilizzato per contrastare la polmonite severa causata dal coronavirus sia stato somministrato a Napoli. Un protocollo avvenuto grazie alla collaborazione del Pascale con il Monaldi insieme ad alcuni ricercatori cinesi.
“Non facciamoci sempre riconoscere – ha detto Galli – Queste sperimentazioni sono in atto da diverso tempo in Cina. Abbiamo fra i vari centri delle zone più colpite ormai qualche centinaio di pazienti trattati in questo modo. Non facciamo quelli che non danno a Cesare quello che è di Cesare e ai cinesi quello che è dei cinesi. Non è un anti-virale. E dobbiamo capire esattamente il momento in cui va utilizzato. Non esageriamo a fare provincialismi di varia natura”.
Questa è stata la replica signorile di Ascierto: “Ci deve dare atto che il protocollo è un protocollo al quale ha lavorato all’Ospedale Tumori di Napoli”. Dunque, altro che unità. A qualcuno il fatto che la somministrazione del tocilizumab (che ha avuto anche l’ok dell’Aifa) sia avvenuta a Napoli non è piaciuto. Un’altra occasione persa per sentirsi tutti orgogliosamente italiani.
“Il dottor Paolo Ascierto, oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli e la sperimentazione del farmaco usato per la cura dell’artrite reumatoide: ‘È un po’ la scoperta dell’uovo di Colombo. Noi lo utilizziamo nel trattamento degli effetti collaterali di alcuni tipi di immunoterapia. poiché il processo che determina gli stress respiratori in seguito al covid-19 è simile. Ci è venuta quest’idea, supportata dai colleghi cinesi, che l’avevano usata su alcuni pazienti con risultati importanti. I pazienti che rispondono hanno un miglioramento anche nelle 24/28 ore dopo il trattamento‘.”.
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