Attese e ritardi dal numero verde regionale. Ma la domanda supera di molto l'offerta e gli ambulatori non possono essere lasciati dal personale
800909699, è questo il numero verde che la Regione Campania ha reso disponibile ai propri cittadini – operativo 24 ore su 24 – per fornire assistenza informativa rispetto al coronavirus. Ma la risposta che si sono sentiti ripetere spesso gli utenti è stata: “Tutti gli operatori sono momentaneamente occupati” con lunghe attese al seguito.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, il picco c’è stato domenica sera quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l’estensione della ‘Zona rossa‘ in tutta Italia con ulteriori misure restrittive per i cittadini.
Centinaia le risposte ricevute domenica 8 marzo, migliaia i telefoni riagganciati perché rimasti in attesa o senza risposta. Il trend ha avuto seguito anche il lunedì successivo e ieri, martedì. La percentuale di risposte, rispetto alle chiamate ricevute, si sta aggirando intorno al 20%.
Ma ovviamente non è tutta colpa di chi nelle ultime settimane sta lavorando senza sosta per contrastare l’emergenza da Covid19. Il centralino spesso è ingolfato anche perché molte delle chiamate non rispetterebbero i criteri di emergenza per i quali è realmente necessario effettuare il numero verde.
E c’è anche un altro problema: per soddisfare l’intera mole di telefonate il personale adibito dovrebbe essere almeno il doppio. “Abbiamo un picco di telefonate tra le 9 e le 16 – spiegano dall’Asl 1 guidata da Ciro Verdoliva che gestisce il servizio – Nove persone contemporaneamente non bastano, ma non possiamo metterne altre. Si tratta di operatori sanitari a tutti gli effetti che ogni giorno togliamo dai servizi operativi: infermieri, medici. Vista la criticità del momento non possiamo sottrarre più di 9 persone per turno. Domenica alcuni erano impegnati alle stazioni, per i rientri improvvisi dal Nord, per cui erano solo 5 e non 9 gli operatori attivi sul numero verde” .
Dal 28 febbraio fino al 5 marzo, il sistema ha fatto registrare performance migliori: circa il 50 per cento di telefonate andate a buon fine su un totale di 2 mila chiamate. Poi, dal 6 marzo, il picco negativo di fronte al raddoppio delle telefonate.
“Avevamo pensato di affidare il servizio a un call center – continuano dall’Asl – ma si tratta di dati delicati e poi c’è bisogno di sanitari. Non possiamo fare di più perché se aumentano le positività di certo non possiamo tenere gli operatori sanitari al telefono. Quindi, se rispondiamo a mille persone è già importante“. Dunque un doppio allarme: da una parte i tanti cittadini senza risposta, dall’altro la ‘richiesta di aiuto’ da parte di 9 operatori che stanno facendo l’impossibile. Eppure sembra che questo non basti.