Diversi punti oscuri nell`inchiesta iniziata poco ore dopo la morte di Ugo Russo. Il 15enne morto nella notte tra sbato e domenica dopo essere stato colpito da un carabiniere fuori servizio in via Generale Orsini, nei pressi di Santa Lucia dopo il tentativo di rapina.
Incensurato dei quartieri spagnoli, Russo e` stato raggiunto da due colpi di pistola calibro 9 Parabellum esplosi da un carabiniere di 23 anni: il terzo colpo e` andato a vuoto. Il baby rapinatore era in sella ad uno scooter in compagnia di un amico 17enne. Dopo la morte dichiarata all’ospedale Pellegrini alcune persone, considerate “amici” di Russo, hanno preso d’assalto il pronto soccorso del nosocomio, sfasciando ogni cosa e costringendo la struttura a restare chiusa per diverse ore.
Vincenzo Russo, il padre di Ugo, ha rilasciato una serie di interviste ai media per raccontare la sua versione della storia, che non combacia con quella del carabiniere. Due elementi non quadrano: un presunto foro d’ingresso di proiettile esploso dal carabiniere in borghese, all’altezza della nuca; e persino l’ipotesi che la coppia di minorenni avesse preso di mira proprio il militare libero dal servizio, che era in compagnia della fidanzata. La dinamica e la sequenza di quelle fasi, con i due ragazzini che impugnano una pistola risultata poi giocattolo (era priva del tappo rosso che ne caratterizza la funzione “scenica”) diventa a questo punto di fondamentale importanza. E per questo bisognerà attendere gli esami autoptici e l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza. Il Mattino enumera il giallo del terzo colpo e della pistola scarrellata:
Come riporta Il Mattino, altro punto decisamente controverso riguarda il terzo colpo: contro chi è stato esploso? Contro il 15enne che cercava di scappare, magari in un raptus di paura, o contro il complice del 15enne? Difeso dal penalista Mario Bruno, il 17enne ha spiegato di aver avuto paura, dopo aver visto il corpo dell’amico riverso a terra e dopo aver incrociato per un attimo lo sguardo del carabiniere con l’arma in mano. È un punto controverso, che potrà essere chiarito solo alla luce di testimonianze raccolte in queste ore o attraverso la visione di eventuali immagini raccolte dalle telecamere in zona.
Ma c’è un altro particolare destinato a risultare significativo nel corso dell’inchiesta: il carabiniere dice infatti di essersi qualificato, di aver urlato “alt, sono un carabiniere”, in quella manciata di istanti che hanno fatto seguito allo scarrellamento della pistola giocattolo (ma senza tappetto rosso) impugnata dal 15enne. C’è stato lo scarrellamento della pistola giocattolo? Il carabiniere si è qualificato dinanzi ai rapinatori? E a chi era diretto il terzo colpo? Intanto il carabiniere per eccesso colposo di legittima difesa.
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