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Coronavirus, parla l’avvocato napoletano contagiato: “La mia odissea”. La ASL smentisce tutto

Sta facendo molto discutere un’intervista del paziente napoletano che ha contratto il Coronavirus. Il professionista, avvocato napoletano rientrato da Milano, al quotidiano Repubblica ha raccontato che ha dovuto vivere una sorta di odissea per farsi fare il tampone: “Mi hanno fatto un tampone per l’influenza normale che hanno depositato tranquillamente sul davanzale di una finestra. Ed è uscito negativo. Quando ho spiegato che ero stato a Milano, un dottore si è innervosito”.

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Poi ha dichiarato che il medico non gli avrebbe voluto fare il tampone specifico per il Coronavirus e soltanto dopo la sua insistenza avrebbe ricevuto l’esame che stava chiedendo: “Ho insistito, mi hanno fatto il tampone, accompagnato da un provvedimento di sorveglianza attiva che mi obbliga a restare per 14 giorni a casa. Ma non è finita”.

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Il paziente, inoltre, ha spiegato che avrebbe saputo della sua positività soltanto dai giornali. In mattinata la ASL Napoli 1 ha smentito con una nota quanto dichiarato dall’avvocato.

Si legge:
In data odierna alcuni organi di informazione riportano le parole del cosiddetto “paziente uno partenopeo”, due interviste nelle quali l’uomo afferma di non essere stato informato tempestivamente dall’ASL Napoli 1 Centro della sua positività al COVID-19 e di averlo appreso per deduzione dalla lettura dei giornali del mattino seguente. Il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva smentisce categoricamente tali affermazioni in quanto non corrispondenti alla realtà dei fatti sottolineando, invece, che i protocolli previsti sono stati eseguiti puntualmente e nel rispetto delle linee guida regionali, come risulta da atti formali.
In modo specifico al paziente è stata realizzata un’intervista (da parte del personale della competente Unità Operativa Prevenzione Collettiva) tesa a raccogliere tutti i particolari ancor prima che lo stesso risultasse positivo al test. L’intervista è stata redatta nel pomeriggio del 26.02 e la stessa riporta già con dettaglio i particolari degli spostamenti e dei contatti stretti. Alle ore 21,30 del 26.02, a seguito di risultato “prima positività” comunicato dal Cotugno, l’ASL Napoli 1 Centro ha provveduto attraverso il personale dirigente dell’Unità Operativa di Prevenzione Collettiva del Distretto Sanitario competente, a contattare presso la sua abitazione il paziente alle ore 22,15 circa, il quale – a seguito della notizia riferitagli con estrema puntualità – ha anche fornito il cellulare per permettere l’attivazione del necessario programma di sorveglianza attiva. Tutti elementi che il “paziente uno partenopeo” ha dimenticato di riferire ai giornali.

redazione

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