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Coronavirus, parla presidente Biologi: “Non più grave di un’influenza, basta parlare catastroficamente”

La psicosi del Coronavirus è arrivata anche in Italia, dove il bilancio si è aggravato negli ultimi giorni. Le vittime sono arrivate a 7, si tratta di tutti i pazienti over 60 con un quadro clinico già compromesso, mentre i contagi confermati sono 229. Intanto i politici invitano a non creare allarmismi, così come molti membri della comunità medica. Il presidente nazionale dell’Ordine dei Biologi, Vincenzo D’Anna, ritiene che si debba parlare in termini meno catastrofici.

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“Bisognerebbe parlare alla gente in maniera meno catastrofica e più pacatamente. Il panico è peggiore della malattia. E la borsa ieri ha bruciato circa quaranta miliardi di euro. Ricchezza che se ne va. E’ tutto fermo, tutto paralizzato, per un virus che è poco più di un virus influenzale”, quest quanto affermato da D’Anna nel programma “I Lunatici”, Rai Radio2. “Iniziamo a chiamare le cose col proprio nome. Lasciamo stare la Cina. Lasciamo stare le smanie di mettere in quarantena migliaia e migliaia di persone, bisogna mettere in quarantena solo quelli per i quali esista un fondato sospetto di contagio. Ma si tratta sempre del contagio di un virus influenzale. Un virus che ha una mortalità che se vogliamo è ancora più bassa di un virus influenzale”, ha aggiunto.

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“Il Coronavirus non è più grave o più mortale di una influenza. I nostri stessi morti, e dispiace sempre quando una persona decede, erano ottuagenari, o persone già malate, di cancro o con malattie croniche di tipo cardiorespiratorio. Avrebbe potuto ucciderle anche un virus influenzale. Questa è la verità. Non possiamo sparare alle mosche col cannone. Mi aspetto che gli scienziati comincino a parlare. Molti hanno paura di essere aggrediti, di essere tacciati come superficiali, perché le brutte notizie sono sempre più gradite delle buone notizie, le brutte notizie fanno i titoloni sui giornali. Ne abbiamo lette tante in questi giorni”, ha aggiunto D’Anna.

“Diciamoci la verità, noi non abbiamo degli scienziati molto coraggiosi in Italia. Ognuno quando può si esime dal mettersi sotto i riflettori, mentre in pochi inseguono come una star la luce dei fari. Mi auguro e spero che questa frenesia finisca, che la gente si cominci a rendere conto che contrarre il Coronavirus è come contrarre un virus influenzale. In Europa non ci sono molti contagiati perché molte nazioni il virus non lo cercano”, ha sottolineato il presidente dell’ordine nazionale dei biologi.