Nel cuore di Napoli, proprio all’incrocio tra Via Nilo e Spaccanapoli, giace, adagiato sul fianco, “O cuorp e Napule“.
Si tratta di una statua di epoca greco-romana raffigurante il Dio Nilo ma che all’epoca del ritrovamento, nel XV secolo, i napoletani confusero con una rappresentazione della Sirena Parthènope che allattava suo figlio.
In meno di ventidue giorni, questa statua simbolo del legame antico che unisce Napoli all’Oriente, viene restituita alla nostra città dopo dei lavori di manutenzione straordinari messi in atto per volontà del Museo Cappella Sansevero.
L’intervento è iniziato il 23 gennaio scorso dalla ditta esecutrice incaricata dal Museo, la Società Tecnikos s.r.l, sotto stretta supervisione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Comune di Napoli.
Il lavoro era soprattutto concernente la pulitura del gruppo scultoreo di Piazzetta Nilo, così da impedire che “inquinamento atmosferico e piogge acide possano pregiudicarne incisivamente la buona conservazione – come afferma Carmine Masucci, l’ Amministratore del Complesso Monumentale Cappella Sansevero – e dall’altro consentire a cittadini e forestieri di apprezzarne durevolmente in modo ottimale lo straordinario valore storico-artistico“.
In realtà, non è la prima volta che la Cappella Sansevero si prende cura della Statua del Nilo. Lavori di manutenzione sono avvenuti già nel 1993 e dopo, nel novembre 2014, per il nuovo intervento di restauro e la ricollocazione della testa della sfinge che negli anni Cinquanta fu trafugata (nel 2013 la testa venne recuperata e poté tornare al proprio posto).
La società Museo Cappella Sansevero s.r.l. è stata ideatrice e promotrice del “Comitato per il Restauro della Statua del Corpo di Napoli”. Oggi, a distanza di cinque anni dall’ultimo intervento, si festeggiano i lavori di manutenzione conclusi addirittura con anticipo.
“È per noi motivo di grande soddisfazione annunciare la conclusione dei lavori di manutenzione anche prima dei tempi stabiliti. Grazie al lavoro di esperti il Corpo di Napoli ha riacquistato nuovo splendore – continua Carmine Massicci – Crediamo fermamente che sia fondamentale continuare a prendersi cura del nostro inestimabile patrimonio artistico esposto all’aperto. La cura di uno dei simboli d’arte più antichi e rappresentativi del centro antico di Napoli, testimone silenzioso della radicata capacità di accoglienza e della solidarietà della sua gente, rappresenta adeguatamente il costante impegno del nostro Museo che quotidianamente lavora con passione e entusiasmo per accogliere centinaia di migliaia di visitatori e turisti”.
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