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A Napoli le meraviglie della grotta di Lascaux, la `cappella Sistina della preistoria`

Arte e tecnologia per un’appassionante avventura della conoscenza, che ci fa tornare indietro di 20mila anni: giunge per la prima volta in Italia, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’esposizione internazionale “Lascaux 3.0”, che permette di scoprire, nella Sala del Cielo Stellato ed in quelle attigue, il famoso complesso della Grotta di Lascaux,  un vero e proprio tesoro artistico risalente al Paleolitico superiore ed inserito, dal 1979, nella Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La mostra, che è in calendario al MANN dal 31 gennaio al 31 maggio 2020, nasce da un accordo stabilito con la Società  pubblica “Lascaux- L’Esposizione Internazionale”, il Dipartimento di Dordogne- Périgord e la Regione della Nouvelle Aquitaine: il sito preistorico, infatti, è interdetto alle visite dal 1963 ed è fruibile soltanto tramite una ricostruzione limitrofa al complesso, presentata anche in una versione espositiva itinerante nel mondo.

Così, la programmazione dell’exhibit su Lascaux, parte fondamentale della stagione delle grandi mostre 2020 dell’Archeologico, è stata quasi naturalmente legata agli studi ed ai lavori per il restyling della collezione museale della “Preistoria e Protostoria”, che riaprirà al pubblico il prossimo 28 febbraio: nell’allestimento permanente del MANN, saranno restituiti alla fruizione dei  visitatori circa 3mila reperti, anche esposti per la prima volta dai depositi e presentati, nelle sale adiacenti alla Meridiana, in un percorso diacronico e per contesti, dal Paleolitico inferiore all’Età del Ferro.