Intervista al malato, inizio dell’indagine su tutti i luoghi in cui è stato e sulle persone con cui è venuto in contatto stretto, che a loro volta vengono messe sotto osservazione per 14 giorni. Questa la procedura pronta a scattare in Campania in caso di sospetto di permanenza di un paziente affetto da coronavirus in un luogo della Regione. Al momento, si apprende da fonti qualificate, la task force epidemiologica della Regione ha avvisato il Ministero della salute di essere pronta, ma non ha ancora avuto il via per i controlli sulla presunta tappa a Sorrento e in altri luoghi della Campania dei due cinesi ammalati e ricoverati allo Spallanzani di Roma. Ma il protocollo è pronto.
Se a un paziente viene diagnosticato il coronavirus, i medici della Asl di riferimento lo intervistano chiedendogli dove sia stato, da dove proviene e cosa ha fatto nei precedenti 14 giorni. A quel punto viene codificata una filiera dei contatti del malato e scatta l’indagine nei luoghi e sulle persone che hanno avuto con lui contatti stretti, mentre non vengono analizzati i contatti occasionali, le persone cioé incontrate di sfuggita.
Chi ha avuto contatti stretti con un malato, a sua volta viene invece posto sotto controllo da parte della task force epidemiologica per 14 giorni: un tempo prolungato visto che di solito per altri rischi di epidemia il tempo di controllo dei contatti va dai 2 ai 10 giorni. Dopo i 14 giorni se non ci sono sintomi, la persona viene lasciata libera dai controlli. In Campania sono circa 400 tra medici e infermieri pronti a mettersi in moto per le indagini epidemiologiche.