Voce di Napoli | Navigazione

Narcos arrestato a Dubai, è mistero: “Non sono io, avete sbagliato persona”

Non sarebbe Bruno Carbone, il broker ricercato, ma davvero Domenico Alfano. Lo conferma anche la famiglia. Indagini in corso

Non sarebbe falso il suo passaporto così come l’identità riportata sul documento. Sta diventando un intrigo internazionale la vicenda relativa a Bruno Carbone, il broker di camorra che gestirebbe il narcotraffico per i clan e rifugiatosi a Dubai.

È proprio nella capitale degli Emirati Arabi che Carbone è stato arrestato lo scorso 9 gennaio dopo anni di latitanza. All’aeroporto è stato fermato perché in possesso, secondo le autorità, di un documento di identità fasullo a nome di Domenico Alfano.

Ed è qui che è scattato il giallo, o meglio il mistero. Perché il presunto Carbone, così come riportato da Il Mattino, sta continuando a ripetere agli inquirenti di essere davvero Alfano e di essere vittima di un equivoco. La versione sarebbe stata confermata da alcune persone della famiglia Alfano.

In casa di queste ultime sono state avviate alcune perquisizioni, continuano – infatti – i dovuti accertamenti delle autorità che stanno indagando senza sosta. Ma sull’inchiesta condotta dal Pm Maria Di Mauro e sul quale agiscono anche le istituzioni locali arabe e la diplomazia italiana, c’è un altro interrogativo:

Se il presunto Carbone è stato arrestato dopo essere sbarcato a Dubai, provenendo da Panama, lo scorso 20 dicembre, perché la notizia è stata comunicata solo il 9 gennaio successivo? Cosa è successo in quei 18 giorni?

Latitante arrestato a Dubai, narcos 'fantasma' incastrato da un passaporto falso