Il sogno della danza, Miss Italia nel 2010, l’approdo ad un Posto al Sole nei panni di Clara, donna di servizio dell’imprenditore Alberto Palladini. Ma la storia di Imma Pirone, raccontata dal collega Antonio Menna su Il Mattino, nasconde ben altro.
E per scoprirlo bisogna andare alle sue origini, quelle di Torre del Greco (località vesuviana in provincia di Napoli) dove Imma è nata 32 anni fa. Qui c’è la ditta di pulizie gestita dalla sua famiglia. Anzi da sua madre, rimasta sola nell’attività dopo la scomparsa del padre.
Così Imma, quando si spengono le luci e le telecamere, indossa un altra divisa e lo fa per aiutare il genitore. “È una piccola impresa di pulizie a conduzione familiare. Con la morte di mio padre, la manda avanti solo mia madre, che però si affatica molto. È un lavoro duro. Io non ce la faccio a vederla così stanca, soprattutto man mano che passano gli anni, e ogni volta che posso vado con lei nei condomini e la aiuto a pulire. Non mi vergogno. Anzi, lo faccio a testa alta. È un lavoro umile e dignitoso. Siamo sette figli sei ragazze e un ragazzo. Abbiamo sempre vissuto in povertà ma con dignità. Mio padre e mia madre, pulendo le scale nei condomini, hanno portato avanti la famiglia. Con fatica, chiaramente. Ma ci hanno insegnato a non mollare. Quando mio padre si è ammalato e poi è mancato, nove anni fa, ci siamo messi tutti insieme ad aiutare“.
“Molti in verità conoscono già la storia della mia famiglia e mi seguono da anni, nei vari progressi. Sono tutti contenti dei successi e sono anche contenti di vederci ancora così uniti in famiglia. Io ho tanti sogni ma la testa è ben salda sulla testa. Vivo con mia madre e mia sorella a Ercolano, mi sento torrese per Dna e sangue, sogno il cinema, la recitazione, sono pronta a qualunque sacrificio ma la mia famiglia non la mollo“.
È stata la necessità di guadagnare che l’ha costretta a rinunciare al ballo: “Il motivo? Sempre lo stesso. I soldi. Ho dovuto smettere perché un giorno mi hanno chiamato per il pagamento della retta e per dirmi dei costi successivi. Io non sapevo come dirlo a casa. Alla fine, a mio padre, per non dargli dispiacere, dissi che mi ero stancata di ballare. Non era vero. La danza era il mio sogno e non avrei voluto fare altro. Però lasciai. Mi diplomai come ragioniera mentre aiutavo ancora in famiglia. Poi le prime sfilate, le prime foto“.
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