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Omicidio Vannini, le mosse di Antonio Ciontoli. Potrebbe essere uscito di casa dopo lo sparo

Sulla morte di Marco Vannini restano sempre più ombre, sospetti. Nella puntata di Quarto Grado andata in onda ieri sera, le parole di Maria Cristina, vicina di casa della famiglia Ciontoli, aprono la strada ad una nuova pista, fino ad ora mai ipotizzata, almeno ufficialmente: Antonio Ciontoli sarebbe uscito di casa tra la prima e la seconda chiamata al 118, dopo lo sparo.

Quella notte del 17 maggio 2015, in via Alcide De Gasperi, i testimoni danno tutti orientativamente un orario preciso in cui sarebbe avvenuto lo sparo. Vittoria, vicina di casa, parla di un grosso rumore tra le 23.25 e le 23.30. Maria Cristina parla delle 23.

“Dopo il tonfo ho sentito salire e scendere le scale in continuazione – dice la donna – La voce di Antonio è molto riconoscibile e in quel momento io non l’ho sentita. Inoltre, se nel vialetto ci fosse stata la macchina di Ciontoli, avrei fatto fatica a parcheggiare. La sua macchina non c’era, l’ho rivista solo dopo quando è partita dietro l’ambulanza che stava portando via Marco”. Dove potrebbe essere dunque andato il padre di Martina?

A questa domanda ha tentato di rispondere Quarto Grado ipotizzando che il Ciontoli si sia recato nella vicina sede dell’Aise, sede raggiungibile in auto in appena sei minuti: un tempo sufficiente per andare e tornare in tempo per la seconda telefonata al 118. A questo proposito nella trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi si ipotizza ancora altro. Nella prima telefonata fatta al 118 alle ore 23.41 quando a Federico Ciontoli l’operatrice chiede “passami tuo padre”, dà il telefono direttamente alla madre che, durate la telefonata dice “E’ entrato?” prima di riferire al 118 che l’ambulanza non serve più. Potrebbe essere proprio Antonio Ciontoli ad essere rientrato in casa?

La seconda telefonata al 118, quella delle 00.06, è fatta proprio dall’uomo che dunque in quel momento era di certo in casa.

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