Tutto inizia con un semplice squillo proveniente da un numero telefonico con prefisso straniero, dalla Tunisia, al Kosovo, alla Tanzania.
Torna il fenomeno “Ping Call” in Italia, la truffa telefonica che sta collezionando numerose vittime lungo lo stivale. Le zone di maggiore interesse risultano essere concentrate nello specifico in Emilia Romagna, come confermato dall’allarme lanciato da Adiconsum, un’associazione in difesa dei consumatori già dal 1987. Quest’ultima, a seguito delle centinaia di segnalazioni giunte nell’ultimo mese, sta mettendo in guardia gli utenti.
Il “Ping Call” è una tipologia di truffa già nota, che inizia con un semplice squillo sul cellulare del consumatore. Il numero da cui proviene lo squillo ha un prefisso straniero, che si tratti della Tunisia (+216) della Moldavia (+373), del Kosovo (+383) della Bielorussia (+375) fino alla Lettonia (+371) e alla Tanzania (+ 255).
A questo punto, la vittima, trovandosi una chiamata senza risposta sul suo smartphone, incuriosita, cerca di entrare in contatto con il numero in questione. A seguito di ciò s’innesca il meccanismo di truffa che riesce a rubare il credito telefonico dell’utente e nei casi più gravi, addirittura entrare in possesso delle informazioni personali del truffato ed al suo conto corrente.
Durante la chiamata l’utente, infatti, viene reindirizzato automaticamente ad una linea fasulla che preleva dalla sua SIM 1,50 euro per ogni secondo che resta al telefono. Gli ingegnosi truffatori, per assicurarsi che la vittima resti in linea più tempo possibile, talvolta si avvalgono anche dell’utilizzo di registrazioni di voci in sottofondo, che richiamano un film a luci rosse.
Nel caso in cui il numero telefonico della vittima sia collegato ad una carta ricaricabile, nel peggiore dei casi, il consumatore vedrà il proprio conto prosciugato. Il risultato della truffa sarà invece molto più grave se la vittima avrà la SIM card con un addebito diretto sul conto. Attraverso ciò, i criminali del “Ping Call” possono accedere al conto corrente del truffato ed entrare in possesso di dati, informazioni personali e ovviamente, denaro.
In passato le “ping calls” dalla Tunisia erano state prontamente bloccate dalle autorità. I numeri telefonici, nello specifico, erano il +216 28 915 036 o il +216 28 914 685.
Tuttavia, ad oggi, pare che i truffatori abbiano ricominciato con le chiamate-truffa e abbiano persino ampliato il loro raggio d’azione, arrivando in altri Paesi.
Raccomandiamo così i lettori di prestare molta attenzione nel caso in cui dovessero trovare chiamate senza risposta provenienti da numeri o prefissi “particolari”. Lo “step successivo” da fare dovrebbe essere quello di bloccare il numero sul proprio smartphone ed andare a denunciare quanto accaduto alle autorità competenti.