Al vaglio nuovi bersagli molecolari e nuove combinazioni immuterapeutiche per sconfiggerlo. La speranza di un gruppo di ricercator
Il 2020 si apre con una grandissima speranza in ambito medico, grazie a delle innovative ricerche relative a bersagli molecolari e nuove combinazioni immuterapeutiche finalizzate a sconfiggere il tumore del fegato, ad oggi, ritenuta la terza causa di morte oncologica nel mondo (con circa 800mila decessi ogni anno).
Questa meravigliosa notizia ci rende particolarmente orgogliosi nella misura i cui essa nasce da due studi di un gruppo di ricercatori dell’Istituto dei tumori di Napoli, coordinato da Luigi Buonaguro.
Il dipartimentale di Immunoregolazione Tumorale del Pascale è leader internazionale nello sviluppo di nuove strategie immunoterapeutiche per l’HCC. Finora, le strategie immunoterapeutiche non hanno dato i risultati auspicati ed il Carcinoma Epatocellullare continua ad essere uno dei “big killers” nei nostri tempi.
Com’è noto, i principali fattori di rischio, sono generati dall’infezione cronica contratta dai virus epatici B e C e dall’assunzione cronica di alcool. Ma da quest’anno, grazie a due giovani ricercatrici, provenienti dal gruppo di studiosi posti sotto la guida di Luigi Buonaguro, le cose potrebbero cambiare:
La ricerca di Mariella Tagliamonte, biologa campana con specializzazione e dottorato in medicina sperimentale, verte principalmente su nuove combinazioni immunoterapeutiche in grado di indurre contemporaneamente un’efficace risposta antitumorale e controbilanciare il microambiente tumorale immunosoppressivo. La studiosa fa parte del gruppo di lavoro di Buonaguro da vent’anni e da dieci lavora sul tumore del fegato.
Gli studi di Angela Mauriello, si concentrano sull’individuazione di nuovi bersagli molecolari, in particolare neo-antigeni mutati tumore-associati. La biologa, appena trentenne, lavora da due anni al Pascale come contrattista dopo una laurea sui tumori epatocellulari.
“Le terapie a nostra disposizione – spiega Luigi Buonaguro – offrono il 70 per cento di sopravvivenza a 5 anni solo negli stadi molto precoci della malattia. L’unico farmaco sistemico approvato per i pazienti in fase avanzata (Nexavar) ha un’efficacia molto limitata misurabile in pochi mesi. In questo scenario, devono essere sviluppate nuove strategie terapeutiche per l’HCC e l’immunoterapia rappresenta una grande promessa. A tutt’oggi però le diverse strategie immunoterapeutiche (checkpoint inhibitors, vaccini terapeutici, terapie cellulari) non hanno fornito risultati soddisfacenti quando applicate individualmente. Di conseguenza, la ricerca traslazionale pre-clinica e clinica è necessaria per fornire dati sperimentali essenziali allo scopo di aumentarne l’efficacia“.
Soddisfazione per i risultati raggiunti dalle due giovani donne arrivano dal management dell’Istituto dei tumori di Napoli.
“Tali contributi aggiungono un tassello significativo alle conoscenze per lo sviluppo di terapie più efficaci per i pazienti affetti da HCC – dice il direttore scientifico Gerardo Botti – Inoltre forniscono al gruppo di Luigi Buonaguro informazioni fondamentali per continuare gli studi sul vaccino HEPAVAC, primo vaccino al mondo sul tumore al fegato, di cui saranno resi noti i risultati nei primi mesi del 2020, e per sviluppare nuove strategie terapeutiche vaccinali nell’ambito del programma regionale di lotta alle patologie oncologiche“.
“Siamo molto confidenti – aggiunge il direttore generale, Attilio Bianchi – di essere sulla strada giusta nella patologia oncologica epatica. Anche i recenti investimenti in ricerca oncologica decisi dalla regione Campania ci fanno ben sperare in questo senso. Complimenti al gruppo di Buonaguro e in particolare a queste due giovani donne, orgoglio come tutti i nostri ricercatori, del Pascale“.
I primi risultati sono stati pubblicati su “Cancers” e “Cancer Letters“, due riviste oncologiche mondiali con un impatto molto alto. Non ci resta quindi, che aspettare di conoscere i risultati a lungo termine di queste ricerche messe in atto dalle due studiose campane, provenienti dall’Istituto Tumorale del Pascale, leader internazionale nello sviluppo di nuove strategie immunoterapeutiche per l’HCC.