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Disabile e malato, l’appello della famiglia per Gennaro: “Ci hanno abbandonati”

Gennaro Q. è solo. Almeno lo sarebbe dal punto di vista legale. Perché ad occuparsi di lui ci sono i suoi fratelli. Il padre – 85 anni – che ne aveva la tutela giuridica, non può fare nulla per lui. Il Signor Q. è stato colpito da un’ischemia che lo ha costretto in un letto.

Così è iniziato il calvario di Gennaro, 56 anni, affetto dalla sindrome di down. Purtroppo, a causa di un incidente, Gennaro ha avuto un grave problema ad una gamba. Inoltre, è stata individuata una massa sospetta venutasi a creare nell’inguine.

Gennaro aveva il padre come tutore legale, ora che quest’ultimo è invalido, alla salute del 56enne ci stanno pensando i fratelli. In realtà, uno di essi, si sta occupando del papà, l’altro – che vive in Trentino Alto Adige – di Gennaro. Ma quest’ultimo non ha la residenza presso la regione, di conseguenza non può ricevere nessun tipo di assistenza medica.

E qui è entrato in gioco una sorta di blackout burocratico-giuridico per il quale la famiglia Q. sta ancora aspettando delle risposte. I fratelli hanno contattato la redazione di VocediNapoli.it per lanciare un appello in favore di Gennaro.

È necessario che il Tribunale di Nola decida al più presto delle sorti di mio fratello. Deve essere nominato un nuovo tutore legale altrimenti Gennaro continuerà a non avere l’assistenza medica necessaria. E questo non accadrà finché non sarà ratificata la nuova residenza“, ci ha raccontato uno dei fratelli di Gennaro.

Il problema è che, “nostro fratello è in attesa di un’importante biopsia che dovrebbe chiarire le origini di una massa sospetta formatasi nell’inguine. Inoltre Gennaro è stato investito da un autocarro. L’incidente gli ha rovinato una gamba. Dovendo stare sempre in un letto, la circolazione è stata compromessa e questo ha aggravato le sue condizioni di salute“.

Ma l’allarme è stato lanciato anche rispetto all’azione dei servizi sociali che, “sembrerebbe si siano lavati le mani. Probabilmente qualcosa nella comunicazione tra loro e il Tribunale non ha funzionato nel modo giusto. E intanto noi e nostro fratello siamo ancora in attesa di una risposta, di una soluzione e soprattutto dell’assistenza socio-sanitaria“.

Per questo motivo la famiglia Q. ha in mente di organizzare una protesta presso il Tribunale dove, “prima di Natale porteremo nostro fratello per lasciarlo lì per far capire a chi ci vedrà e ci vorrà ascoltare, il dramma che stiamo vivendo“. Non è neanche esclusa un’azione legale: “Siamo pronti a denunciare il caso alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria. Noi abbiamo la documentazione in regola e siamo pronti a tutto per avere giustizia“.

redazione

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