La vicenda è relativa al giovane Salvatore Giordano che ha perso la vita nel 2014 all'esterno della Galleria Umberto a Napoli
Era il 5 luglio del 2014 quando si stacco quella maledetta pietra dal frontone della Galleria Umberto in via Toledo a Napoli. Sono passati più di cinque anni da quel triste giorno in cui quel masso colpì e uccise Salvatore Giordano. Il giovane aveva solo 14 anni.
Ad oggi, non ci sono state particolari svolte per un caso che sembra ancora lontano nell’arrivare alla verità. La famiglia Giordano ancora non ha saputo chi o quale Ente fosse responsabile della tragedia. Ma per la prima udienza del processo potrebbe esserci un’importante novità.
Il dibattimento è previsto il 21 gennaio 2020. Come riportato da Il Mattino, la parte civile rappresentata dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani (legali difensori della famiglia Giordano) ha a disposizione dei nuovi documenti messi agli atti. Alcuni di questi dimostrerebbero che il frontone dal quale si è staccato il calcinaccio-killer sarebbe di proprietà del Comune di Napoli.
Il giudice Barbara Mendia avrebbe delle carte che attesterebbero come nel 1996 la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli ha ottenuto da Palazzo San Giacomo il restauro dell’arcone della controfacciata lato Santa Brigida della Galleria Umberto I.
Si tratterebbe di atti ai quali il Comune (costituitosi parte civile nel processo) si è sempre rifiutato di portare nell’aula del Tribunale affermando che la parte della Galleria Umberto interessata dal caso non fosse di sua competenza.
Tale versione si è sempre scontrata con quella del perito nominato dalla Procura di Napoli, l’Ingegnere Nicola Augenti. In vista della prossima udienza è stato citato in giudizio il Consigliere comunale dell’epoca, Vincenzo Moretto, il quale con numerose interrogazioni in Consiglio denunciò lo stato di dissesto della Galleria Umberto.
Sarà anche ascoltato il figlio dell’ex custode della Galleria Umberto, detentore delle chiavi del deposito attrezzi della struttura dalla cui facciata sono avvenuti i distacchi. Tra i testi citati dai legali della famiglia Giordano, figura anche il sindaco Luigi De Magistris.
“La nostra linea difensiva non è mai mutata. Siamo sempre stati convinti che l’area interessata dai distacchi degli stucchi che colpirono il povero Salvatore sia di proprietà del Comune. In ogni caso il Comune da tempo era stato informato dello stato di dissesto della Galleria e aveva l’obbligo di impedire questa tragedia anche solo transennando i marciapiedi sottostanti“, hanno affermato gli avvocati Pisani.