Continua l'inferno dietro le sbarre per la comunità penitenziaria. La segnalazione dell'attivista per i detenuti Pietro Ioia
Il “Mostro di cemento” ha colpito ancora. È così che lo chiama da tempo l’ex detenuto oggi attivista Pietro Ioia. Una denominazione diventata di senso comune ed utilizzata per identificare il carcere di Poggioreale.
In una delle celle del penitenziario napoletano si è consumata l’ennesima tragedia. Un detenuto di soli 36 anni, recluso nel padiglione Napoli, è stato trovato senza vita. Il giovane si è suicidato impiccandosi. Quella di uccidersi è diventata purtroppo una prassi per tanti detenuti reclusi in carcere.
La tragica scoperta è stata fatta all’alba. Immediatamente è scattato l’allarme e sono intervenuti gli agenti della polizia Penitenziaria. Avvertiti anche i soccorsi che hanno solo potuto constatare il decesso del 36enne.
All’interno delle carceri la situazione è diventata esplosiva e insostenibile. Condizioni disumane per i detenuti che vivono la piaga del sovraffollamento in strutture fatiscenti e in condizioni igieniche precarie.
Mancano i principali servizi e gli agenti della polizia Penitenziaria, che sono in pochi, sono costretti a lavorare in emergenza e privi di risorse. Con questo caldo per i penitenziari italiani sarà una stagione infernale.
LE PAROLE DI IOIA –
“Stanotte alle 3,30 del mattino si è tolta la vita un detenuto di anni 37 nel mostro di cemento, ormai Poggioreale e come una sala mortuaria, un penitenziario che puzza di morte, non serve ristrutturare, ma serve l’abbattimento totale di una struttura che è la vergogna della nostra città“.
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