Si chiama Irma Testa, ha 21 anni ed è la prima donna pugile italiana ad aver partecipato alle Olimpiadi, ottenendo una medaglia d’oro nella categoria under 22, ma il percorso per arrivare a questo grande traguardo non è stato affatto facile; Testa si è raccontata in un video legato al progetto di La Repubblica “Original Sin”, che sarà lanciato a settembre e che raccoglierà storie di donne, dedicate alle donne.
“Per i primi mesi è stato difficile, i maestri continuavano a cacciarmi – ha raccontato la 21enne – oppure anche peggio, mi isolavano e non vedevano i progressi che facevo”. Tutto è cambiato quando è arrivato Lucio, il primo maestro che ha davvero creduto in lei e che l’ha accompagnata nel suo percorso. Nonostante ciò era evidente come i successi di Irma avessero sempre meno risalto rispetto a quelli dei suoi “colleghi maschi”: “I miei risultati erano gli stessi di quelli di un uomo, ma per gli uomini c’era sempre più pubblicità, più sponsor – ha spiegato la boxista, – persino i semplici festeggiamenti in palestra erano diversi”.
Per permettere alle donne di gareggiare nella box è stato indispensabile il contributo di Katia Belillo, Ministro delle Pari Oppurtunità che nel 2001 è riuscita ad ottenere che la boxe femminile diventasse legale, modificando la legge del 1971 relativa alla tutela delle attività sportive, che prevedeva controlli sanitari solo per gli uomini.
Nonostante gli enormi progressi, quello dell’uguaglianza tra i sessi purtroppo è un problema ancora attuale, dato che secondo quanto afferma Belillo, “per le stesse mansioni degli uomini, le donne guadagnano il 17% in meno”. “È necessario che la scuola recuperi fortemente superando la divisione dei ruoli nei libri di testo: ancora oggi leggiamo che il papà fa questo e la mamma quest’altro. Bisogna lavorare – conlude Belillo – per cancellare quei pregiudizi che definiscono la “debolezza” della donna”.