Tradizioni

Sarri alla Juventus, il debutto in bianconero: “Fischi o applausi al San Paolo per me è amore”

L’esordio bianconero ufficiale di Maurizio Sarri è avvenuto davanti alla stampa in occasione della conferenza di presentazione del nuovo allenatore bianconero. Con il coach presente anche il dirigente Fabio Paradici. Quest’ultimo ha dichiarato: “Al di là del gioco o del mercato, o del suo trascorso, noi della Juventus abbiamo scelto Sarri perché i suoi risultati ci hanno dimostrato le sue qualità. Al momento è il miglior allenatore per la Juventus. È sempre stata la nostra prima scelta“.

IL DOPO NAPOLI –Era terminato un percorso e dovevo decidere se far prevalere la logica o il cuore. La prima mi diceva di cambiare la seconda di restare. Poi, forse per colpa dei miei dubbi, la società ha deciso di presentare Ancelotti e così mi ha permesso di non pensarci più. Ma nonostante avevo ricevuto offerte dall’Italia volevo passare da un’esperienza dall’estero. E quella della Premier, dopo aver dato tutto a Napoli, è stata una grande esperienza“.

LA JUVENTUS – Mi hanno convinto grazie alla loro determinazione e convinzione. È un grande club con la sua storia e la sua organizzazione ed ha soddisfatto la mia voglia di voler tornare in Italia. Sono arrivato qui dopo una grande gavetta. Tanti piccoli passi, passando per Empoli, Napoli, Chelsea e poi la Juventus, un club centenario“.

SERIE A / PREMIER – Quello inglese è un campionato straordinario e noi in Italia abbiamo tanto da imparare e migliorare. Bisogna iniziare da subito per vedere cambiamenti nel lungo termine“.

IL GIOCO – Studierò ogni giorno come vincere le partite. Sarà un campionato interessante con squadre di livello allenate da persone come Ancelotti, De Zerbi, Conte, Inzaghi, e Giampaolo. Sulla tattica si vedrà volta per volta. L’impostazione di base c’è ma varierà. Ad esempio il 4-3-3 del Napoli era diverso da quello del Chelsea. Il tutto dipende dalle caratteristiche e dal valore dei giocatori“.

RONALDO – Ho avuto la possibilità di allenare grandi calciatori al Chelsea ma arrivare qui e farlo con uno dei calciatori più grandi della storia del calcio è solo uno stimolo che da entusiasmo“.

L’AZZURRO BIANCONERO – Le querele erano per coloro che davano notizie false. Per tre anni il mio obiettivo quotidiano era quello di battere la Juventus. Forse tutto quello che ho fatto l’ho fatto a volte con modi e mezzi sbagliati ma si tratta di lavoro. Oggi sono qui e sono concentrato su questa realtà“.

IL TRADITORE – Non voglio entrare in questo discorso. Soprattutto sui messaggi o dichiarazioni fatte da miei ex giocatori. Spesso molte cose si dicono per convivere bene con un determinato ambiente. Poi i messaggi privati che mi sono arrivati restano tali e svelerebbero tutt’altro“.

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LO SCETTICISMO – Ovunque sia andato c’è stato scetticismo. C’è stato ad Empoli, a Napoli, al Chelsea ed ora qui a Torino. Soprattutto dopo il mio trascorso in azzurro. All’inizio può essere normale ma l’obiettivo è vincere e convincere“.

I CAMPIONI – Giocatori come Dybala e Ronaldo possono essere in grado di giocare ovunque ovviamente il ruolo dipenderà da tante cose. Io non ho vinto tantissimo ma sono convinto che se si va in campo per divertirsi, si divertono i giocatori, si diverte chi guarda la partita e il giocare e il vincere potranno arrivare di conseguenza. Certo divertirsi con applicazione e concentrazione. Poi nella storia del calcio hanno vinto anche persone con metodi diversi, l’importante e restare convinti delle proprie idee“.

LA TUTA E IL PALAZZO – Volevo ‘arrivare al palazzo’ semplicemente per vincere lo scudetto. Era una questione professionale. L’ambiente di Napoli è tra i più caldi e affettuosi. Li non si vinceva da 30 anni e volevamo portare lo scudetto in città, eravamo in grado di lottare per un solo obiettivo e avevamo scelto con convinzione il campionato. Io indosserò la divisa sociale per rappresentare il club ma in campo io vorrei indossare la tuta. Ne parlerò con la società, basta che non mi mandino in giro nudo“.

IL COMANDANTE – In merito ai cori razziali non posso cambiare idea rispetto alla società in cui alleno. In Italia bisogna smetterla. È una concezione di inferiorità rispetto all’estero. Bisogna anche fermare le partite. Forse a Napoli si avvertiva di più perché la tifoseria napoletana è tra le più bersagliate. Al San Paolo se mi applauderanno o fischieranno sarà lo stesso una manifestazione d’amore. Io non dimenticherò mai Napoli e i napoletani in ogni caso“.

IL MERCATO – Più che i nomi a me interessano le caratteristiche. La Juventus è già una grande squadra. Ma io difficilmente faccio nomi, mi interessano le qualità. Vedremo con Paradici, che ha una grande esperienza professionale, come e cosa fare. Io voglio solo cercare di inculcare alcune cose nei miei giocatori tenendo quello che di buono ha fatto Allegri. Massimiliano ha fatto un lavoro straordinario“.

IL SARRISMO – Non sono integralista. Basta guardare i moduli utilizzati nella mia carriera. Il ‘Sarrismo’ è una filosofia di gioco indicata anche nella Treccani. Ma io sono sempre e sarò sempre me stesso indipendentemente da questo“.

DE LAURENTIIS E ALLEGRI – Non ho sentito il presidente ma tutti pensano che noi abbiamo un brutto rapporto. Non è vero ed io lo ringrazierò sempre. Anche Allegri non l’ho sentito nel giro di un paio di settimane magari lo sentirò ma anche solo per ‘cazzeggiare’“.

HIGUAIN – Non ci ho parlato. Gonzalo è un grande attaccante. Lui dovrà decidere, penso abbia vissuto male il post Juventus ed è un trauma da smaltire. Per quanto mi riguarda è in grado ancora di fare due-tre anni di livello“.

LO ‘STILE’ JUVE – Il dito medio, le maglie a strisce sono state battute, forse poco felici, ma sono state strumentalizzate. In realtà era un’occasione relativa ad un Empoli-Milan. Poi erano situazioni nelle quali scattò un’emotività specifica in quel momento. Non ritengo tifosi coloro che ti offendono e sputano addosso. Non so cosa sia lo ‘stile’ Juve al quale dovrei adeguarmi ma a me interessa solo fare bene qui“.

I MEDIA – Tutti gli attacchi che subisci ti danno forza. La cosa spiacevole sono le false interpretazioni e quello che viene ripreso solo in minima parte. Anche in Inghilterra il rapporto con la stampa non è stato facile. Ma non è vero che tutti hanno parlato male di me. C’è stato anche chi ha pubblicato cose positive. Bastava riportarlo“.

redazione

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