Un record di bocciature come non se n’erano mai visti prima in Campania: si tratta dell’Istituto Leonardo Da Vinci di Poggiomarino (Napoli), in cui addirittura il 45% degli studenti non potrà sostenere l’esame di maturità. La preside dell’istituto, Maria Tiziana Savarese, ha definito la decisione “dolorosa”.
Si tratta effettivamente di un’ecatombe: nelle due sezioni dell’indirizzo “Cat” (costruzioni, ambienti e territorio) ci sono 29 alunni, di cui ben 13 non potranno sostenere l’esame: una decisione che ha fatto molto discutere alla luce del fatto che in Italia si cerca sempre di venire incontro anche agli studenti meno collaborativi, per permettergli di lanciarsi finalmente nel mondo dell’università o del lavoro.
A riportare la vicenda il quotidiano Il Mattino. Furibondi i genitori dei 13 bocciati, che hanno minacciato ricorsi al Tar e addirittura di presentarsi loro stessi a scuola il giorno degli esami. La notizia era stata data a genitori e studenti già da qualche giorno, ma le spiegazioni del corpo docente non li hanno convinti. “Avrei capito se fossero stati bocciati l’anno scorso, in quarta, ma portarli fino alla maturità e poi non ammetterli all’esame di stato lo trovo assurdo” ha commentato Luigi Rosario Casillo, padre di uno dei ragazzi. “In questi mesi non hanno mai fatto capire che i nostri ragazzi rischiavano la bocciatura”. Un altro padre, Salvatore Buglione, rincara la dose: “fino a pochi giorni prima erano state fatte le feste di fine anno con docenti e alunni: non è stato mai detto che per qualcuno di loro c’era il rischio di non essere ammessi. Sia chiaro – precisa l’uomo – che i ragazzi hanno le loro responsabilità, avranno sicuramente commesso degli errori. Tuttavia se si arriva a una debacle del genere è chiaro che qualche colpa devono averla anche i docenti. Confidiamo nei giudici del Tar”.
Spetta quindi alla magistratura la decisione finale sulla questione, anche se i genitori hanno annunciato che informeranno anche l’ufficio scolastico generale. Non indietreggia però la preside Savarese, che ha spiegato: “Per tutto l’anno scolastico non abbiamo riscontrato la volontà dei ragazzi di collaborare, hanno assunto un atteggiamento ostile rispetto al quale non abbiamo potuto fare altre scelte. È bene sapere – ha concluso – che nessuno prende decisioni del genere a cuor leggero. Se i genitori faranno il loro ricorso, noi ci difenderemo, come è nostro diritto”.