Confermata la sentenza della Corte d'Appello
La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione in via definitiva per l’ex parlamentare del centrodestra Nicola Cosentino nel cosiddetto processo “Carburanti“. Cosentino e i suoi fratelli, Giovanni e Antonio, erano accusati a vario titolo di illecita concorrenza ed estorsione, con l’aggravante mafiosa. La tesi dell’accusa era che la ditta Aversana Petroli, fondata dal padre di Cosentino, fosse stata avvantaggiata illecitamente ai danni della società di un altro imprenditore, Luigi Gallo; e che Cosentino avesse fatto in modo che i tecnici del comune di Villa di Briano negassero a Gallo l’autorizzazione per aprire un nuovo distributore di benzina.
Cosentino era stato condannato in primo grado a 7 anni e 6 mesi, mentre i suoi fratelli, Giovanni e Antonio, anche loro coinvolti nell’inchiesta, erano stati condannati rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 5 anni e 4 mesi. Lo scorso settembre la Corte d’appello di Napoli aveva assolto tutti gli imputati, e Gallo era stato indagato per calunnia. La Cassazione oggi ha confermato la sentenza d’appello.
Cosentino, che è stato parlamentare per quattro legislature consecutive, dal 1996 al 2013, è stato condannato l’ultima volta nel 2016 in via definitiva a 4 anni per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano dove era detenuto. Al momento a suo carico ci sono altre due condanne di primo grado: una a 9 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, e una 5 anni per tentato reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa.