La donna intervistata da La Repubblica tramite l'avvocato difensore. Intanto restano in carcere i fratelli Del Re
Nel giorno in cui il Tribunale del riesame, attraverso il Giudice per le indagini preliminari (GIP) Roberto D’Auria, ha confermato il regime detentivo in via cautelare per i fratelli Armando e Antonio Del Re (detenuti rispettivamente a Terni e Bologna), il collega Dario Del Porto ha intervistato Tania la madre della piccola Noemi.
L’INTERVISTA PUBBLICATA DA LA REPUBBLICA –
Come sta Noemi, signora?
“Abbiamo ricevuto un miracolo, un grande miracolo. Il chirurgo che si è assunto la responsabilità di operarla insieme all’anestesista, al radiologo e a tutti i medici mi ha fatto il regalo più bello della mia vita. Mi hanno detto che non è più in pericolo, ma sono triste. Non riesco a vederla in queste condizioni, sofferente, immobilizzata con un busto fatto per lei. Eppure, nonostante il dolore e il fastidio dei medicinali, cerca di sorridere“.
Come trascorre le sue giornate?
“Da quel pomeriggio è in un lettino d’ospedale. Non riesce ad alzarsi, non ha ancora neppure provato a camminare. Qualche volta mangia qualche patatina e un po’ di cioccolata“.
Ha ripreso a giocare?
“Non può ancora. Però può sorridere e giocare con gli occhi di mamma, papà, dei nonni e di tutti i parenti che ci sono accanto, proprio come tutti i napoletani che considerano Noemi una di loro. È diventata il simbolo buono di questa città“.
Fra pochi giorni sarà passato un mese. Sua figlia le ha mai chiesto perché si trova in ospedale?
“Preferisco che non ricordi quello che è successo e fortunatamente non ha ancora parlato di nulla. Non fa domande. Sicuramente non vorrebbe stare qua, anche se ormai questa è diventata la nostra casa e ringrazio tutti, in particolare la dirigente Annamaria Minicucci, per ciò che stanno facendo“.
Cosa le racconterete di quel pomeriggio?
“Non lo so. Non so quando finirà questo incubo, non so come faremo a riprendere una vita normale, né cosa dovrò spiegare o sentirmi dire da mia figlia. Vorrei solo dimenticare tutto, ma ci aspetta una strada in salita e vedere mia figlia a letto, con il busto, è un dolore che mi impedisce di pensare ad altro“.
E lei, Tania, come sta?
“Come mamma, mi sento distrutta e come me mio marito. Da quel giorno, la nostra vita si è fermata. Però ci facciamo forza. Parteciperemo al processo insieme ai nostri avvocati, per ottenere la condanna severa di tutti i responsabili“.
Le istituzioni, secondo lei, fanno abbastanza per Napoli?
“In questa vicenda le istituzioni hanno mostrato il loro lato umano. Ringraziamo la polizia e i magistrati che, come mi racconta il mio avvocato, lavorano giorno e notte sul caso per dare giustizia alla nostra Noemi. Ma la politica deve fare di più per Napoli. Non si può rischiare di morire in questo modo, mentre si mangia un gelato. Ci vuole un impegno costante da parte di tutti. E vedo che la maggioranza dei cittadini sta dalla parte giusta“.
E contro il crimine?
“Servono leggi più severe. Niente tolleranza e niente scuse. Chi sbaglia deve pagare“.
Cosa chiede al futuro, per sé e per sua figlia?
“Al futuro chiedo solo di aiutarci dimenticare. E poi, sicurezza e serenità per Noemi come per tutti i bambini. È capitato a mia figlia e solo noi sappiamo ciò che stiamo provando, ma poteva essere una strage. Se non si interviene, se non si fa davvero qualcosa di importante per salvarci dalla criminalità e dall’ignoranza, quello che è successo a noi potrà accadere ancora. A chiunque“.