“Il giorno più bello è stato quello del risveglio di Noemi e dell’arresto degli autori dell’agguato di piazza Nazionale. Il successo più importante, dal punto di vista investigativo, non è stata solo la cattura di Marco Di Lauro, latitante da 14 anni, ma soprattutto quella dei tre giovani “lupi” che hanno ammazzato a bastonate il vigilantes della metro di Piscinola“. Queste il riepilogo, in sintesi, di Antonio De Iesu in merito ai suoi 27 mesi trascorsi alla guida della Questura di Napoli. Il neo vice capo della polizia ha tenuto in mattinata una conferenza stampa di saluti nella sala Ammaturo degli uffici di via Medina.
De Iesu, 64 anni (di cui 45 di servizio), lascia Napoli e approda a Roma per ricoprire il ruolo di Vice direttore della pubblica sicurezza. Al suo posto sabato 1 giugno arriverà Alessandro Giuliano, 52 anni, figlio dell’allora capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, ucciso da Cosa Nostra nel 1979. “E’ giovane e resterà alla guida della Questura più delicata d’Italia per tanti anni. Gli consiglio tanta umiltà” l’augurio di De Iesu.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, l’ex questore ha raccontato i suoi inizi in polizia, passione tramandata dal padre, un appuntato “umile, dignitoso e onesto”. “Mi chiamavano il figlio di Faustino, grazie al lui studiai per il test all’accademia quando avevo 17 anni. Entrai a 18 e dopo 4 anni di formazione mi venne assegnato il primo incarico a Napoli”.
De Iesu parla dell’esperienza napoletana: “Mi ha dato tanto questa città. E’ stato un lavoro difficile, duro ma affrontato con grande passione, dedizione e umanità, in piena sinergie, basti pensare ai continui interscambi informativi, con tutte le forze dell’ordine e sotto il coordinamento della Procura, guidata con grande intelligenza e saggezza da Giovanni Melillo“.
“I baby criminali – spiega – sono stati tutti presi e condannati. Da quelli che aggredirono Arturo ai tre responsabili del brutale omicidio di Franco Della Corte, la guardia giurata della stazione di Piscinola. Un uomo che lavorava di notte e durante la giornata coltivava il suo appezzamento di terreno per portare avanti la famiglia. Bastonare a morte un uomo, padre di una famiglia bellissima, mi colpì molto e, grazie a un’ottima attività investigativa, riuscimmo a chiudere subito le indagini. Certo l’arresto di Marco Di Lauro è scontato, la cattura di latitante è una delle cose più belle, più adrenaliniche che ci sia. Però la soddisfazione più grande resta quella dei tre assassini della guardia giurata”.
Poi l’attività contro la criminalità organizzata. Dalle stese agli omicidi fuori scuola e in piazza Nazionale fino al recente agguato all’ospedale dei Pellegrini: “La risposta delle forze dell’ordine è sempre stata immediata. Oggi assistiamo a un arcipelago di gruppi criminali senza una visione strategica, manovrati dall’alto da clan più strutturati come i Contini e i Mazzarella. Allo stesso tempo cosche del genere, insieme ai Moccia di Afragola e ai Mallardo di Giugliano, stanno vivendo dei mutamenti interni”. L’area centrale della città di Napoli è “inquinata da equilibri sanguinari violenti” dove i giovani sono “ossessionati dalla morte”.
Non solo repressione, per De Iesu è stato importante anche il lavoro di prevenzione: “Nel rione Sanità 40-50 ragazzi vengono ad allenarsi da “sbirri” atleti. Attività come quella del pugilato aiutano i giovani a stare lontano dalla strada. Diventa poi importante, in questo contesto di gioco e divertimento, fargli capire i valori della legalità, che non può essere insegnata durante una lezione. Un tema più difficile nei quartieri dormitorio come Scampia, Ponticelli, San Giovanni, dove bisogna fare un grosso lavoro di prevenzione sociale”.
Chiusura riservata ai poliziotti e alla umanità che c’è dietro la divisa: “Non dimentichiamoci che noi siamo innanzitutto uomini. Abbiamo ansie, paure, problemi comuni. Dobbiamo capirlo così come devono capirlo anche i cittadini. Il nostro obiettivo è quello di conquistare la fiducia dei cittadini con i fatti e non con le parole. Il miglior poliziotto resta Robocop che purtroppo non esiste”.