Ha fatto il giro del web la foto che ritraeva Salvatore Daniele, fratello dell’amato cantautore napoletano Pino Daniele, con uno striscione esposto sul suo balcone in occasione dell’arrivo di Salvini a Napoli lo scorso giovedì. Lo striscione recitava la frase “Questa Lega è una vergogna”, tratta dal brano O’scarrafone scritta da Pino Daniele proprio contro la Lega e i suoi principi. Uno striscione che, però, non ha suscitato soltanto assenso, ma anche disprezzo.
“Sono cresciuto a pane e solidarietà – ha ammesso Salvatore in un’intervista a La Repubblica – Quando ero bambino ricordo che ogni volta che le zingare passavano nei pressi della casa dove abitavamo mia madre dava loro sempre qualcosa, per carità cristiana o per buon augurio. Mio padre era un portuale e da bambino mi portava sempre con lui sulle navi ed io osservavo pieno di meraviglia guardandolo parlare con uomini di colore una lingua a me sconosciuta. Qualche volta qualcuno di queste persone veniva con lui a casa e papà ci spiegava che erano africani, o americani, o brasiliani. Oggi resto basito quando accendo la televisione e vedo questi attacchi sproporzionati, questa violenza allo stato puro contro rom, africani, migranti. La gente si è incattivita, contro gli ultimi. E guai se tocchi il “capitano” di turno”.
Salvatore ha poi espresso la sua amarezza per il fatto che un semplice striscione abbia potuto suscitare tanta disapprovazione nei suoi confronti. “Io non uso i social network – ha commentato, – non ho neppure il computer. Di solito non scrivo. Certo non mi sarei mai aspettato tutta questa Bagheria e tutto questo clamore per uno striscione. Mi hanno riferito che sui social e su alcuni portali tante persone, a proposito dello striscione che ho esposto sul balcone di casa mia contro la Lega, hanno scritto idiozie, cattiveria e tante bugie. Addirittura che io starei “speculando”. Mi spiace tanto. Io vivo di pensione. Ahimè non sto bene. Non ho mai speculato su nulla in vita mia. Avrei potuto, certo. In fin dei conti con la mia faccia, che è quella che mio fratello Pino scelse di affiancare alla sua per la copertina dell’album “Terra mia”, avrei potuto speculare ma non l’ho mai fatto. Così ho scelto di scrivere queste poche righe perché mi ha fatto male sapere di tutto questo odio e queste minacce solo per aver ribadito un pensiero che era innanzitutto il pensiero di mio fratello”.
“Il mio – conclude Salvatore, – era nient’altro che un grido di umanità. Mi rivolgo soprattutto a tutti gli amici che hanno condiviso con Pino gioie, successi, onori e bellissime serate. Ognuno di voi sa che Pinotto oggi avrebbe approvato quelle parole e le avrebbe condivise. A voi soprattutto, che siete gente libera e che conoscevate Pino, aiutatemi a ribadire che quello era il suo pensiero. E sopratutto che Pinotto oltre ad essere un grande sognatore era un libertario antirazzista”.