Era andato a trovare il papà in carcere il pistolero di piazza Nazionale, protagonista dell’agguato nei pressi del Caffè Elite, dove il 3 maggio scorso sono stati gravemente feriti Salvatore Nurcaro, 31enne reale obiettivo del raid, e la piccola Noemi, la bimba di 4 anni ricoverata da una settimana al Santobono, che si trovava in compagnia di alcuni familiari tra cui la nonna, Immacolata Molino, 50 anni, ferita in modo lieve.
Armando Del Re, 28enne pregiudicato padre di tre figli, residente nella zona della Case Nuove a Napoli, è stato arrestato mentre si trovava in un autogrill in provincia di Siena. Era andato a trovare il papà, Vincenzo Del Re, in carcere per droga dal 2011 dopo un passato criminale tra le fila del clan Di Lauro di Secondigliano. Lo ha fatto per non destare sospetti e attirare l’attenzione delle forze dell’ordine dopo l’agguato dei giorni scorsi ma, probabilmente, anche per chiedere consigli al genitore detenuto. E’ stato intercettato dalla polizia stradale, che lo ha poi consegnato ai carabinieri, in una stazione di servizio nel comune di Rapolano Terme, lungo la Siena-Bettolle. Non era armato e non ha opposto resistenza.
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Il fratello minore, Antonio Del Re, 18 anni, è stato invece scovato nel Nolano, in provincia di Napoli. Secondo quanto emerso dalle indagini lampo, che hanno avuto una svolta grazie alle intercettazioni di alcuni indagati, alla telecamere di videosorveglianza (che hanno immortalato la fuga dei due fratelli) e alle notizie raccolte sul territorio, i due avevano premeditato nei giorni precedenti l’agguato a Nurcaro, maturato – secondo quanto riferito durante la conferenza dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo – in ambienti riconducibili alla criminalità organizzata nonostante il movente, non ancora ufficializzato dagli investigatori, fosse di natura personale.
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Armando e Antonio Del Re dovranno rispondere di tentato omicidio premeditato. Il provvedimento di fermo (in attesa di convalida da parte del Gip) è stato emesso dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino (coordinati dal procuratore Giovanni Melillo e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, a capo della Direzione Distrettuale Antimafia) che hanno ravvisato un imminente pericolo di fuga. All’operazione hanno preso parte la Squadra Mobile della polizia, i carabinieri del Comando Provinciale e la Guardia di Finanza.
I due fratelli dopo l’agguato di piazza Nazionale hanno prima raggiunto a bordo di due moto diverse i quartieri a nord di Napoli, poi sono spariti dalla circolazione e dalla loro zona di residenza: le Case Nuove. Sul luogo dell’agguato sono arrivati con due mezzi: una Benelli guidata da Armando Del Re e uno scooter con il quale Antonio ha accompagnato il 28enne a prendere la moto rubata per poi “scortarlo” fino a piazza Nazionale, dove sapevano di trovare Nurcaro dopo il lavoro “investigativo” dei giorni precedenti.
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Sicari e vittima si conoscevano. La decisione di ucciderlo potrebbe essere maturata in seguito a problemi di natura economica tra le parti. Nurcaro aveva precedenti per bancarotta fraudolenta. Originario di San Giovanni a Teduccio, era vicino alle famiglie camorristiche Rinaldi e Reale, da anni in contrasto con il cartello del clan Mazzarella e, di conseguenza, con altre cosche satelliti. Attualmente è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale del Mare, circostanza questa che ha impedito agli investigatori di raccogliere l’eventuale testimonianza.
SALVINI – “Complimenti a forze dell’ordine, inquirenti e magistratura per la cattura del delinquente che ha sparato alla piccola Noemi. Nessuna tregua contro camorristi e criminali, lo Stato e i napoletani vinceranno la sfida. Lo stato risponde con i fatti e non con le parole”. Queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha annunciato anche la sua presenza a Napoli in occasione del prossimo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica in programma giovedì 16 maggio.
RIELLO – “Lo Stato c’è e risponde colpo su colpo alla protervia della criminalità che assedia Napoli” sottolinea in una nota Luigi Riello, procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli. “Un plauso alla Procura di Napoli, egregiamente guidata dal collega Melillo, ai vertici e ai valorosi donne e uomini delle forze di polizia che, agendo in piena sinergia, lanciano con questi fermi dei presunti responsabili del gravissimo fatto di Piazza Nazionale – effettuati a pochissimi giorni da questo – un messaggio chiaro ed inequivocabile a chi crede di essere il padrone della ciettà e della vita dei cittadini, non fermandosi nemmeno dinanzi ai bambini: il crimine non paga. Confidiamo che queste attività di indagini e questi primi provvedimenti siano rapidamente confermati delle decisioni del giudici e restituiscano fiducia alla cittadinanza”.