La considerava di sua proprietà. Geloso, morboso e violento fino ad ammazzarla di botte perché negli ultimi mesi il loro rapporto era in crisi, anche se lei non trovava il coraggio di lasciarlo definitivamente, impaurita da quell’uomo che ragionava solo alzando le mani. Sposati e con tre figli piccoli di 7, 10 e 11 anni, risiedevano in un appartamento nel parco La Quadra in via Mianella a Miano, periferia a nord di Napoli, insieme alla madre di lui.
Non ha avuto scampo Fortuna Bellisario, 36 anni, deceduta nel primo pomeriggio di giovedì dopo le percosse che avrebbe iniziato a subire già dalla sera prima. Suo marito, Vincenzo Lopresto, 41 anni, sospettava che volesse lasciarlo perché aveva un altro uomo. Sospetti che hanno scatenato la ferocia dell’uomo, scagliatosi contro la madre dei suoi figli, colpita con schiaffi e addirittura con la stampella che utilizzava per deambulare, camminare. Poi resosi conto della gravità della situazione, ha chiamato il 118 annunciando la morte di Fortuna: “Non respira più, aiutatemi”. Sul posto poco dopo sono intervenuti i medici e gli agenti di polizia dell’Ufficio Prevenzione Generale che hanno fermato l’uomo.
AUTOPSIA E VIOLENZE PREGRESSE – Sarà ora l’autopsia disposta dalla procura di Napoli a fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla decesso della donna, stroncata da un infarto o da una emorragia interna mentre il marito dava libero sfogo alle sue frustrazioni umane. Eppure – stando a un primo esame sul cadavere della donna effettuato dal medico legale – pare che le violenze andassero avanti da tempo ma non sono mai state denunciate. Così come la frase pronunciata da una donna, presente nel parco di edilizia popolare mentre la polizia mortuaria portava via il cadavere di Fortuna, lasci intendere che gli episodi di violenza negli ultimi tempi erano tutt’altro che sporadici. Quel “fate schifo – rivolgendosi ai vicini di casa della coppia – nessuno di voi ha fatto nulla per fermarlo” che suona quasi come una sentenza. Superflue le repliche della altre persone presenti che volevano “vendicarsi” dopo l’omicidio ma la polizia “ce l’ha tolto da mano”.
BOTTE DAVANTI AI FIGLI – Non è ancora chiaro se i tre figli fossero presenti quando Fortuna è deceduta. La coppia viveva con la mamma del carnefice che dopo l’omicidio della nuora ha accusato un malore. Ad assistere alle violenze, che andavano avanti dal giorno precedente, sarebbe stata la figlioletta più grande. Vincenzo Lopresto dovrà ora difendersi dall’accusa di omicidio volontario. E’ in carcere, in attesa della convalida del fermo che arriverà nelle prossime ore.
VICINI OMERTOSI – Gli stessi vicini di casa avevano notato da giorni lo stato di tensione che viveva la coppia. Considerati fino a pochi mesi fa come due “piccioncini” per il loro attaccamento morboso, probabilmente voluto dal marito, nelle ultime settimane vedevano sempre meno la donna uscire di casa. E quando lo faceva aveva evidenti segni di percosse, oltre a pochi capelli in testa “perché strappati da lui”, che provava a giustificare con scuse poco credibili (“sono caduta”). Nessuno però ha provato a intervenire, ad aiutare concretamente Fortuna. Nemmeno nelle sue ultime ore di vita. Possibile che dall’appartamento dove sono avvenute le violenze non sia pervenuto nulla? Urla, rumori strani, pianti?