Il retroscena della cattura del super latitante che ama i gattini. Telefonate e agitazione: "qualcuno ha cantato "F4"
Pasta asciutta e pistacchi. Questo l’ultimo pranzo da “fantasma” di Marco Di Lauro, 38 anni, arrestato nel primo pomeriggio di sabato in via Emilio Scaglione a Chiaiano, periferia a nord di Napoli, in seguito a un blitz interforze di polizia, carabinieri e guardia di finanza nato da un omicidio passionale avvenuto poche ore prima nel comune di Melito.
Di Lauro jr, o meglio “F4”, così come veniva identificato nei libri contabili del clan tra i 10 figli di Ciruzzo ‘o milionario (il super boss Paolo Di Lauro, ndr), si trovava in un appartamento “con regolare contratto di fitto” insieme alla compagna (la posizione dell’intestatario dell’appartamento è al vaglio degli inquirenti). Stava terminando il pranzo quando è avvenuta l’irruzione delle forze dell’ordine. La moglie sbrigava invece faccende di casa. A farli compagnia diversi gattini, cui il boss latitante da 14 anni teneva molto. Non ha opposto resistenza e non era armato.
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LA LATITANZA – Marco Di Lauro sfuggiva a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dal 7 dicembre 2004. Era il secondo latitante più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Denaro. Durante il lungo periodo di fuga si sono susseguite numerose voci sul suo conto: “Va in giro travestito da donna”, “Ha il volto ricostruito da un intervento di plastica facciale” e così via.
Ricercato per 416 bis (deve scontare una condanna definitiva a 11 anni e 2 mesi), nel tempo è stato imputato e condannato, non in via definitiva, in altri processi per spaccio internazionale di droga (tra Napoli e la Spagna) e per l’omicidio di un giovane innocente, Attilio Romanò, avvenuto il 24 gennaio 2005. Omicidio che ha visto “F4”, da latitante, condannato all’ergastolo in Appello nel 2012 perché ritenuto il mandante. Poi la decisione della Cassazione di rinviare gli atti a un collegio della Corte di Appello diverso dopo aver rilevato delle discordanze nei racconti dei collaboratori di giustizia.
LA CATTURA – Come si è arrivati alla cattura di Marco Di Lauro? Dopo anni di ricerche e di ipotesi investigative che non escludevano l’ipotesi estero e Dubai in particolare, zona franca per tanti ricercati, Di Lauri jr è stato tradito da un omicidio passionale avvenuto poche ore prima nella vicina Melito. Ad essere uccisa in casa Norina Matuozzo, 33 anni. A premere tre volte il grilletto il marito, che la donna aveva lasciato da poco. L’uomo, Salvatore Tamburrino, 40 anni, dopo aver ammazzato la consorte si è poi presentato dalla polizia accompagnato dal suo legale, Domenico Smarrazzo. E’ un sorvegliato speciale ritenuto organico al clan Di Lauro.
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IL TRADIMENTO – Circostanza questa che ha creato una “inusuale fibrillazione sulle attività tecniche”, ha provato a minimizzare il questore di Napoli Antonio De Iesu nella conferenza stampa tenuta alle 18.30 nella sede di via Medina. Fibrillazioni che hanno fatto partire un giro di telefonate tra affiliati e fiancheggiatori del clan che avrebbero tradito il boss latitante, aiutando gli investigatori a capire dove si nascondeva.
LA CONFERENZA IN QUESTURA:
LA SODDISFAZIONE – “Lavoravamo da anni su questo latitante. E’ una grosso soddisfazioni per tutti gli uomini e le donne delle forze dell’ordine” commenta De Iesu in conferenza stampa. Il questore di Napoli sottolinea il “grande lavoro di sinergia con carabinieri e guardia di finanza, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia diretta dal procuratore Giovanni Melillo”, quest’ultimo supportato dai sostituti procuratori Vincenza Marra e Maurizio De Marco.
“Adesso – aggiunge – si libereranno cospicue risorse dopo la cattura di Marco Di Lauro che impiegheremo in altre attività d’indagine. Non escludiamo la presenza all’estero negli anni passati ma un boss per comandare deve stare soprattutto sul territorio”. Il clan Di Lauro – secondo De Iesu – è ancora ben strutturato e presente in città”. Il questore ha poi concluso ricordando che Di Lauro sarà trasferito nel carcere di Secondigliano.
Ad aggiungere dettagli sulla cattura di Di Lauro ci pensa il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Ubaldo Del Monaco: “Mangiava pasta asciutta e pistacchi quando c’è stato il blitz con la compagna (con la quale non ha figli, ndr) che sbrigava faccende domestiche. Particolare attenzione l’ha rivolta ai gattini che aveva in casa”.
IL VIDEO DELL’ARRIVO IN QUESTURA