Due le sue passioni, la pizza e il rugby. Ora vive a Monaco con la sua famiglia: "Porto i clienti tra i vicoli di Napoli". Ha iniziato a 19 anni
Come tanti giovani Alessandro ha dovuto lasciare la sua famiglia e la sua città a 19 anni per lavorare. In realtà ha dovuto farlo anche per cercare di uscire da una routine che spesso investe tutti i sedentari. Quell’apatia che molte volte diventa socialmente pericolosa. E allora? Se hai bisogno di soldi e non puoi (e non vuoi) gravare sulle spalle della tua famiglia, hai solo una scelta: quella di cercare e trovare nuovi lidi nei quali sbarcare.
E dunque, meglio farlo all’estero, dove l’esperienza diventa nuova a 360 gradi. A partire dalla lingua. Quindi, ad avere l'”immigrazione” nel proprio destino, non sono soltanto giovani laureati che non riescono a realizzare a Napoli e in Italia il proprio futuro. I “migranti” di ieri e di oggi, sono anche tanti ragazzi come Alessandro che ormai da più 10 anni è lontano dalla sua terra. Alla faccia di chi vuole chiudere i porti.
Così, dopo aver “imparato il mestiere” in una pizzeria di Posillipo, Alessandro ha deciso di andare a Parigi: “Quella mia prima esperienza lavorativa all’estero, in Europa, mi ha aperto gli occhi e fatto capire davvero tanto su cosa significhi lavorare in un posto lontano da casa. Su cosa significhi fare parte di una società diversa dalla tua, dove – forse – si vive meglio, nonostante ti manchino ogni giorno le bellezze e gli affetti della tua città“.
Tornato a Napoli, Alessandro ha iniziato a vivere quella sensazione che a volte colpisce molti napoletani che tornano in città dopo aver vissuto all’estero per qualche tempo: “Mi sentivo un pò soffocare. Vedevo le mie prospettive e la mia indipendenza messe in discussione. Per questo quando mi arrivò una nuova offerta di lavoro da Antigua accettati senza pensarci due volte“.
L’esperienza caraibica ha cambiato completamente la vita di Alessandro: “È proprio li che ho conosciuto la mia attuale moglie con la quale abbiamo 3 splendidi bambini. Un maschio e due femmine. Sono tutta la mia esistenza“. Poi di nuovo il ritorno a Napoli, per una permanenza questa volta più lunga ma che non garantiva ai suoi figli le opportunità che Alessandro avrebbe voluto dargli. Ma lui è un rugbista, la palla ovale è l’altra grande passione di Alessandro, lui è abituato a cadere e rialzarsi. A lottare fino all’ultimo istante, fino a quando l’arbitro non fischierà la fine della partita.
Per questo nel 2015 è iniziato un nuovo capitolo della sua vita del quale ancora nessuno ha scritto il finale. L’arrivo a Monaco l’ha consacrato come uno dei tanti professionisti dell’arte della pizza che ha esportato nel mondo questo prodotto napoletano. Ed a permettere ciò è stato l’incontro, guarda caso, con un altro ragazzo di Napoli che nella città tedesca ha aperto un locale italiano. Lui si chiama Andrea Palladino e vive a Monaco da 20 anni, tanti quanti l’esperienza che Alessandro ha in questo lavoro. Il suo ristorante di chiama “Soul Kitchen” ed è una vera pizzeria napoletana dove si incontrano tradizione e innovazione e la pizza è realizzata con prodotti tipici campani.
“Il nostro obiettivo è portare, anche per solo una manciata di minuti, i clienti tra gli odori e i sapori dei vicoli, le strade e le piazze di Napoli. La maggior parte è entusiasta di questa piccola esperienza partenopea e possono diventare anche potenziali turisti pronti a visitare la mia città. Così anche loro potranno viaggiare e capire quanto sia importante esplorare il mondo per crescere e migliorare“, ci ha raccontato Alessandro. Ed ha perfettamente ragione, possiamo solo augurarci che in futuro tanti giovani decidano di lasciare la propria città per scelta e non perché obbligati. A lui è andata bene, del resto un rugbista ha la scorza dura e dalle difficoltà non può che diventare più forte e soprattutto più saggio.