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Sequestro flop, clan Mazzarella incastrato da una donna: preso Bonavolta, già pestato in strada

Dovevano recuperare un prestito di 350mila euro, una fornitura di droga non restituita. Così hanno deciso di mandare un messaggio chiaro al loro interlocutore. Così tra il 6 e il 7 febbraio scorsi si sono presentati in sei, a bordo di più vetture, sotto casa della sorella dell’uomo, residente a Capua (Caserta), hanno aspettato che rientrasse il marito (e cognato del presunto debitore) per poi entrare in azione e rapirlo, caricandolo su un’auto e portandolo a Napoli, nel quartiere San Giovanni a Teduccio, una delle basi operative del clan Mazzarella.

E’ quanto emerge dall’inchiesta lampo condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e coordinata dalla procura della Repubblica partenopea guidata da Giovanni Melillo. Inchiesta che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di due dei sei autori del sequestro, incastrati anche dalla moglie della vittima, che ha riconosciuto almeno uno degli uomini entrati in azione sotto la sua abitazione.

Si tratta di Salvatore Bonavolta, 34 anni, e Albero Sassolino, 37. Il primo risulta essere il proprietario dello Shabby Cafè, bar di via Pessina a Napoli distrutto da un’esplosione nei mesi scorsi. A luglio poi lo stesso Bonavolta venne affrontato in strada da un gruppo di almeno 7-8 persone sempre nella stessa zona. Schiaffi, pugni, offese e minacce. Poi il commando andò via con un orologio e 3-4 mila euro in contanti.

Bonavolta e Sassolino dovranno rispondere di sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso, aggravato dalle finalità e dal metodo mafioso. I due fermi sono stati convalidati dal Gip del Tribunale di Napoli. E’ caccia aperta invece agli altri quattro componenti del gruppo.

Decisiva – come detto – la denuncia della moglie della vittima nonché sorella dell’uomo che non ha avrebbe restituito il prestito di 350mila euro elargito dagli uomini del clan Mazzarella per comprare un grosso carico di droga.

A tradire il gruppo le telefonate e le conversazioni social. Dopo la denuncia della donna, che nel frattempo aveva anche telefonato al marito durante le ore di sequestro. Elementi che hanno portato i carabinieri a localizzare gli inesperti aguzzini che, vistisi probabilmente alle corde, hanno liberato il giorno successivo l’uomo, rilasciandolo nei pressi della stazione di Napoli.

I carabinieri, che nel frattempo avevano organizzato il blitz del Gruppo di Intervento Speciale hanno individuato Bonavolta e Sassolino che adesso si trovano nel penitenziario di Secondigliano.

Salvatore Bonavolta