Ancora uno stop del MIBACT al cantiere dopo la vittoria da parte del comune al Tar
Sembra incredibile ma è vero, ed è reale soprattutto se siamo in Italia. Il “Belpaese” vittima della burocrazia e dei blackout amministrativi (che spesso degenerano in scaricabarile da un ufficio all’altro) ha dato un altro pessimo esempio della sua inefficienza. Ancora protagonista la meravigliosa Piazza Plebiscito e il cantiere allestito per i lavori che hanno lo scopo di installare alcune grate di ventilazione per la metropolitana. Sotto la piazza, infatti, passeranno i treni della Linea 6.
Così, dopo la vittoria da parte del comune di Napoli che aveva fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), è arrivato un nuovo stop del Ministero dei beni artistici e culturali (MIBACT). Ecco la nota riportata da Il Corriere del Mezzogiorno, di Gino Famiglietti, direttore generale del MIBACT ha inviato e notificato ieri all’amministrazione cittadina e alla Soprintendenza Archeologica:
“Annullamento d’ufficio, in autotutela, dell’autorizzazione emessa dalla Soprintendenza Archeologica delle Belle arti nei confronti del Comune di Napoli per la realizzazione dei lavori della camera di ventilazione relativa alla tratta Chiaia-Municipio della Linea 6 della Metropolitana“.
Ha dichiarato Mario Calabrese: “Mi sembra che ci siano gli estremi per un nuovo ricorso al Tar. Valuteremo con l’Avvocatura il da farsi». Leggo anche di un invito a incontri istituzionali per condividere le scelte. Ma noi avevamo già fatto un’analisi tecnica nella quale crediamo e individuato il sito. Poi abbiamo avuto le autorizzazioni e aperto il cantiere. Siamo sempre stati a disposizione per individuare scelte condivise. Il sindaco De Magistris, peraltro, ha in agenda un incontro con il ministro per trovare soluzioni condivise, invece è arrivata prima questa nota. Era stato dato l’ordine all’impresa di far partire i lavori che probabilmente si bloccheranno, in attesa di un ricorso al Tar. Dispiace perché da questa querelle la città non ne ha benefici“.
Quindi, per ora, le vittime sono sempre i cittadini napoletani che avranno sotto gli occhi – e chissà fino a quando – la loro piazza simbolo imbrigliata da un cantiere per ora fermo e tema di litigio tra comune e governo.